Davide Ferrerio, 21enne originario di Bologna, è stato vittima di un’aggressione mentre si trovava in vacanza in Calabria. Tutto sarebbe scaturito, secondo il racconto della mamma, a causa di uno sguardo di troppo che il giovane avrebbe rivolto a una ragazza.

L’episodio è avvenuto nella serata di giovedì 11 agosto 2022, ad opera di un 21eene, che è già stato fermato dalla polizia. Insieme a lui c’erano anche due donne, che devono ora rispondere dell’accusa di favoreggiamento. Determinanti per risalire all’identità del responsabile sono state le telecamere di sicurezza presenti sul posto.

I pugni e i calci subiti hanno ridotto Davide, che ora si trova ricoverato in terapia intensiva presso l’ospedale Pugliese Ciacco di Catanzaro, in fin di vita.

La mamma ancora non riesce a darsi pace per l’accaduto: “Mio figlio non aveva mai visto quell’uomo – ha raccontato lei al Corriere della Sera -. Né Davide aveva mai pensato di avere una storia con quella ragazzina. Qui veniamo tutti gli anni in vacanza, a questi posti siamo affezionati. Dopo quello che è accaduto a mio figlio non so se avrò più la forza di tornarci. Penso a Willy Monteiro, non avrei mai pensato potesse accaderci qualcosa di simile”.

A lasciare sbigottita Giusy c’è anche l’atteggiamento delle ragazze che erano insieme all’aggressore: “Mentre entrava nell’ambulanza Davide mi ha detto ‘Mamma ti voglio bene’, poi ha perso i sensi. Le due donne hanno lasciato che lo picchiasse senza intervenire, abbandonandolo sul marciapiede in una pozza di sangue”.

Davide non vedeva l’ora di tornare a casa per assistere alla prima partita casalinga del Bologna, la sua squadra del cuore a cui è abbonato. I genitori vorrebbero quindi che il club o la tifoseria gli mandino un messaggio tramite una maglia o uno striscione in occasione della gara contro il Verona in programma il 21 agosto.

Non è la prima volta che episodi simili si verificano nella città calabrese: “La maggior parte dei reati qui è a sfondo sessuale. I protagonisti sono sempre i giovani – sono le parole del procuratore Giuseppe Capoccia al quotidiano milanese -. In questa città si respira un’aria di sottocultura che non  assolutamente facile da combattere”.

 

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