Siamo nel campus dell’Università di Manchester dove un collettivo di studenti ha deciso, nelle scorse ore, di sfregiare il testo dei versi più celebri di Rudyard Kipling. Stiamo parlando di “If”, scritto dal poeta vittoriano, che adesso è finito nel mirino della “Student Union”, in rappresentanza degli studenti neri e asiatici. Per loro era razzista e colonialista.

I leader della “Student Union” hanno deciso di cancellare le parole di “If”, scritte nel 1895 dal poeta vittoriano, sostituendole con il testo di “Still I rise”, un inno alla “storia degli oppressi” della poetessa afroamericana Maya Angelou.

Per la responsabile del dossier diversità della Union, Riddi Viswanathan, la scelta di Kipling sarebbe stata “completamente inappropriata” per la Gran Bretagna dei nostri giorni soprattutto se i suoi versi sono stati affissi sul muro di un edificio di un campus di Manchester, appena restaurato e intitolato a un attivista anti-apartheid sudafricano, Steve Biko. I vertici della Manchester University, al momento, parlando di un’iniziativa “autonoma” degli studenti: non hanno espresso giudizi ma soltanto preso le distanze da una protesta che, ovviamente, non è stata concordata coi piani alti.

In realtà ci sono state proteste simili anche in altre università del Regno Unito. Basti pensare che nel 2015 all’Università di Oxford venne organizzata una campagna per rimuovere una statua del magnate minerario del XIX secolo e imperialista Cecil Rhodes (imprenditore e politico britannico che costruì la sua fortuna sfruttando le ricchezze naturali dell’Africa meridionale). Lo scorso anno, invece, studenti di Bristol hanno avviato una campagna per rinominare l’edificio del “Memorial Wills” finanziato da Henry Overton Wills III appartenente a una famiglia che ha sfruttato la schiavitù nel business del tabacco.

Insomma, gli studenti hanno fatto sentire la loro voce e, nel caso specifico, cancellando la poesia di Kipling hanno centrato l’obiettivo, richiamando l’attenzione dei media di tutto il mondo.

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