In UE si discute sulla quarta dose di vaccino anti-Covid, una proposta che fa titubare gli esperti. In Israele la quarta dose è già stata somministrata a un’ampia fetta di popolazione. Si accodano, ora, anche alcuni stati dell’UE.

La variante Omicron, sebbene meno pericolosa, viaggia a una velocità elevatissima e contagia ormai in tutta Europa. Fortunatamente, grazie alle vaccinazioni e alla minore aggressività di Omicron, la pressione sugli ospedali è ampiamente sotto controllo (l’80% delle terapie intensive sono occupate da No-Vax), secondo i dati dell’Istituto Superiore di Sanità.

In questi giorni è aperta la discussione sulla quarta dose di vaccino: è necessaria oppure no? Secondo molti esperti, si rischia la “paralisi immunitaria“, ovvero che la nostra risposta immunitaria al virus si spenga, o che “vada in cortocircuito per eccesso di antigene in una sola dose o per ripetute dosi” a distanza ravvicinata, come indica Antonio Cassone, ex direttore Malattie infettive dell’Iss, al Fatto Quotidiano.

Non possiamo continuare con booster ogni 3-4 mesi“, ha dichiarato alla stampa il capo della strategia vaccinale dell’Ema, Marco Cavaleri. “Non abbiamo ancora dati per poterci esprimere“. Per questo, gli esperti attendono i risultati di Israele.

Anche in altri Paesi dell’Unione Europea, comunque, si è già avviata la somministrazione della quarta dose. In particolare, si fa riferimento alla quarta dose per i pazienti fragili. La Danimarca, infatti, offrirà la quarta dose di vaccino anti-Covid ai soggetti più vulnerabili. Anche Stati Uniti, Regno Unito, Cile e Grecia hanno deciso, per il momento, di somministrare la quarta dose unicamente ai pazienti immunocompromessi.

L’Ungheria, invece, va oltre: dal 13 gennaio c’è la possibilità di somministrare la quarta dose a chiunque la richieda. Ad annunciarlo è stato Gergely Gulyás, capo di gabinetto del premier Orban, come riporta il Guardian. L’Ungheria è quindi il primo paese in UE a partire con la quarta dose di vaccino per tutti i cittadini.

La quarta dose, comunque, può dare protezione contro il Covid-19 alle persone che hanno subìto un trapianto di rene e nei pazienti nei quali la terza dose non aveva dato sufficiente protezione, secondo uno studio pubblicato sugli Annals of Internal Medicine.

Ovviamente quando si tratta di vulnerabili, e persone immunodepresse, è un caso diverso e per loro la quarta dose può essere considerata già da ora“, ha infatti aggiunto Marco Cavaleri.

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