Per il Pubblico Ministero non ci sono dubbi, il cantante R&B americano R. Kelly è un predatore sessuale. Il processo è iniziato il 18 agosto 2021 nello stato di New York con le accuse di estorsione, sfruttamento sessuale di minore, rapimento e corruzione per un periodo che va dal 1994 al 2018.

L’artista, noto per la hit I believe I can fly, alla sbarra si è dichiarato non colpevole ed è apparso silenzioso e a testa china. Pare abbia abusato di sei donne, tra cui alcune minorenni: secondo l’accusa, gestiva una rete che reclutava e preparava giovani ragazze ad avere rapporti sessuali con lui, rinchiudendole in stanze d’albergo mentre era in tournée e chiedendo loro di tenere la testa bassa e chiamarlo daddy.

Il pm Maria Cruz Melendez in apertura di procedimento, come riporta l’Ansa, ha descritto il cantante 54enne così: 

“Stiamo parlando di un predatore. Un uomo che per decenni ha usato la sua fama, la sua popolarità e una rete di persone a sua disposizione per prendere di mira, preparare e sfruttare giovani ragazze e donne per soddisfare i suoi desideri sessuali”.

Il vincitore nel 1998 di tre Grammy award nel 2002, viene trovato in possesso di materiale pedopornografico e spunta anche un video che lo ritrae a letto con una ragazzina. Poco dopo arrivano anche le accuse di molestie della sua ex-moglie, Andrea Lee Kelly, con cui il cantante ha avuto tre figli. Nel 2008 arriva la sentenza: l’artista è giudicato non colpevole per insufficienza di prove. Non solo. Ma nel 2019 è stato arrestato a Chicago per adescamento di minori, pedopornografia e ostruzione alla giustizia e rilasciato subito dopo aver pagato una cauzione da centomila dollari. Ora, se giudicato colpevole di tutte le accuse dalla giuria, formata da sette uomini e cinque donne, R. Kelly rischia 10 anni di prigione.

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