"Ho fatto tutto con e per lei": Roberto Benigni e l'amore di una vita per Nicoletta Braschi

Una carriera mano per la mano, con tanto amore l'uno per l'altra: è quello tra Roberto Benigni e Nicoletta Braschi, coppia fuori e dentro lo schermo.

Roberto Benigni e Nicoletta Braschi rappresentano una delle coppie più belle del cinema internazionale. Non solo perché ci appaiono distanti dal gossip che anima altre celebrità che hanno una relazione, ma perché il pubblico ha una percezione di loro come di due persone reciprocamente innamorate ogni giorno di più. Una speranza e un mito reale per coloro che credono nell’amore.

L’incontro

Benigni e Braschi si incontrano per la prima volta nel 1983. Lui è alla sua prima prova da regista con Tu mi turbi, film composto da diversi episodi, in cui Braschi appare nel primo, nei panni della Madonna, mentre Benigni è un pastore che, per una sera si presta a far da babysitter a Gesù bambino. Un presagio in un certo senso del loro amore: alla fine dell’episodio, dopo che Gesù ha messo a dura prova il suo babysitter, appare Maria, bellissima, a ricordare al pastore quanto ne fosse innamorato quando era più giovane.

La carriera comune

Dopo la loro prima pellicola insieme, Benigni ha voluto Braschi nella stragrande maggioranza dei suoi lavori da regista: lo spassoso Il piccolo diavolo, l’ironico Johnny Stecchino, il satirico Il mostro, il commovente La vita è bella, lo sperimentale tra passato e presente Pinocchio, il toccante La tigre e la neve.

Non solo: il “fantastico duo” sviluppa sia insieme che separatamente un’interessante esperienza internazionale, grazie alla stima e all’amicizia che lega i due attori al regista americano Jim Jarmusch. Il quale volle Benigni tra uno dei tre protagonisti del suo divertentissimo Daunbailò, in cui Braschi è presente in una scena. Nel film Benigni è il galeotto in fuga Roberto – che ha ucciso un uomo colpendolo con una palla da biliardo – e organizza un’evasione dal carcere con i suoi compagni di cella Zack (Tom Waits) e Jack (John Lurie), finendo per giungere nella casa di una donna italiana, Braschi appunto, che si innamora di lui, ricambiata. In una scena la coppia balla romanticamente stretta sulle note di It’s Raining dei Detroit Cobras.

Il 1991 è per loro un anno speciale sul fronte della vita personale e della carriera: Roberto Benigni e Nicoletta Braschi infatti si sposano e fondano anche, insieme, la Melampo Cinematografica.

La vita è bella

Quando si parla di Benigni e Braschi, spesso coppia innamorata dentro lo schermo oltre che fuori, non si può non citare La vita è bella, pellicola che è riuscita a trionfare con ben tre Premi Oscar: il film esplora nei modi della commedia la tragedia dell’Olocausto. Il protagonista Guido Orefice è infatti un cameriere prima e un libraio poi, di etnia ebraica, che viene deportato in campo di concentramento con lo zio e il figliolo Giosuè. La moglie Dora, che non è di etnia ebraica, insiste per seguirli e si trova anche lei deportata e separata dai suoi cari. Per tutta la permanenza nel campo, Guido cerca un modo per sopravvivere e far sopravvivere il figlio, senza spaventarlo, ma raccontandogli di essere concorrenti in un gioco in cui si può vincere un vero carro armato.

Benigni, per realizzare questo film, ha raccolto diverse testimonianze storiche, a partire da libri e autobiografie di ebrei sopravvissuti alla Shoah. Ma tra essi c’è una coppia molto speciale: si tratta di Guido Vittoriano Basile e Dora De Giovanni, gli zii di Nicoletta Braschi che hanno dato il nome appunto ai protagonisti del film. Lui, durante la Seconda Guerra Mondiale, venne arrestato con l’accusa di attività antifascista e internato nel campo di concentramento di Mauthausen, dove morì, e questo avvenimento ebbe un’influenza importante nella vita della sua amata, la sua reale “principessa”.

La dedica di una vita

Un modo per capire l’amore tra Roberto Benigni e Nicoletta Braschi consiste nel leggere o nell’ascoltare il discorso di ringraziamento che il regista pronunciò nel 2017, quando gli fu conferito il David di Donatello alla carriera. Benigni disse infatti:

Vorrei dedicare questo premio a Nicoletta Braschi, ma non posso. Ho fatto tutto con lei, per lei e grazie a lei. Quindi questo premio non è mio, è suo, le appartiene. E vorrei tanto che fosse lei in cuor suo a dedicarlo a me. Grazie bella! Grazie a tutti.

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