Roma, neonato muore dissanguato dopo una circoncisione fai da te

Il soccorso tempestivo da parte delle forze dell’ordine e del personale sanitario non sono stati sufficienti a salvare la vita del piccolo. I dati di questa pratica in Italia sono allarmanti: il 25% (su 5mila) viene effettuato in casa.

Nella notte tra il 23 e il 24 marzo 2023 un neonato di soli venti giorni ha perso la vita a causa di una circoncisione fai da te nei pressi di Roma, in zona Colonne. Sono le 3:30 del mattino quando la madre, una donna 33enne di origini nigeriane, compone il numero unico di emergenza per chiedere aiuto al personale sanitario, preoccupata per le condizioni del figlio.

Mentre aspettava l’arrivo dei medici, la donna sceglie comunque di scendere in strada e viene soccorsa tempestivamente da una pattuglia dei carabinieri di passaggio. La corsa contro il tempo dell’ambulanza, che ha portato il piccolo presso il policlinico di Tor Vergata, non è bastata a salvargli la vita.

Le lesioni riportate dal neonato e l’autopsia, hanno contribuito in maniera decisiva a identificare la causa del decesso: si parla di circoncisione rituale fatta in casa. I carabinieri hanno interrogato la madre del bambino per la ricostruzione dei fatti, aprendo un’indagine per omicidio colposo.

Le ipotesi effettuate dagli inquirenti vengono poi confermate dalla confessione della donna: quella che doveva essere un’operazione chirurgica da svolgersi in ospedale rispettando importanti norme igieniche, è avvenuta invece presso l’abitazione di famiglia, mentre il marito della 33enne si trovava all’estero.

Secondo le indagini, non si esclude che sia stata la stessa madre del neonato ad effettuare la circoncisione e, una volta resasi conto dell’irrimediabilità della situazione, si è poi trovata costretta a chiedere aiuto.

Quello di Roma, non è l’unico decesso provocato da circoncisioni fai da te e i dati sono allarmanti. Come riportato dall’Ansa, infatti, si calcola che ogni anno il 25% delle 5mila operazioni di questo tipo effettuate in Italia, si realizza clandestinamente e quindi al di fuori delle strutture sanitarie, causando serie complicanze per i bambini, come appunto emorragie e infezioni.

Foad Aodi, presidente dell’Associazione medici di origine straniera in Italia, insieme alla Comunità del mondo arabo in Italia, si battono da diversi anni per arginare questo fenomeno e con il supporto del ministero della Salute sono riusciti ad aprire ambulatori specializzati in diverse regioni italiane.

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