A Savona il sindaco Marco Russo ha deciso di iscrivere all’anagrafe un bambino nato il 18 marzo 2023 figlio di due donne e concepito a Barcellona attraverso la fecondazione assistita a cui si è sottoposta una delle due. La trascrizione, secondo quanto riporta Il Resto del Carlino, è avvenuta il 28, ma risulta essere una forzatura dopo lo stop stabilito dal governo (il nostro Paese è stato condannato per questa presa di posizione dal Parlamento Europeo).

Questo consente al piccolo di avere ufficialmente due mamme, una biologica e una intenzionale: il bambino ha “contestuale riconoscimento di filiazione da parte di coppia omogenitoriale“, si legge nell’atto di nascita. Le due donne si chiamano Roberta e Giulia, hanno rispettivamente 36 e 32 anni e sono sposate da due anni.

Il sindaco è stato il primo in Liguria a decidere di andare contro il decreto del governo, ma continua a essere convinto di avere preso la decisione corretta: “Sfido il divieto, il governo è lontano dalla realtà“, sono state le sue parole. Proprio per questo ha deciso di firmare il certificato in prima persona, senza alcun coinvolgimento dei funzionari, come invece dovrebbe avvenire.

Russo è l’unico primo cittadino di un capoluogo in Liguria a essere alla guida di un partito di centrosinistra. Tra i primi ad appoggiarlo c’è Lorenzo Basso, senatore di area cattolica del Pd: “Ha fatto bene. Perché tutte la discussione sull’argomento dev’essere vista in prima battuta dalla parte dei bambini. Me l’ha insegnato un sacerdote”.

Durissima invece la presa di posizione del Ministro degli Esteri Antonio Tajani, che si ritiene contrario alla maternità surrogata: “Non si può sfruttare la donna: non è una macchinetta delle sigarette. L’utero di una donna non deve essere utilizzato per sfornare figli come se fosse un forno dove si sfornano le patate arrosto. Al Parlamento Ue rispondo che le regole si scrivono in Italia”.

Presto però potrebbero esserci altri sindaci pronti a trasgredire alla circolare del ministro Piantedosi, come aveva sottolineato tempo fa in Tv Antonio Decaro, sindaco di Bari e presidente Anci: “Se sarà necessario disobbedire, procederemo con le trascrizioni – ha detto – perché non interessa dove è nato il bambino, né come è nato. Se risiede nella mia città mi interessa come vive, che abbia gli stessi diritti degli altri. La trascrizione permette a quel bambino di avere gli stessi diritti degli altri”.

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