"Mi è scattato qualcosa in testa, ho accoltellato Giulia Cecchettin". Filippo Turetta confessa durante l'interrogatorio

Il ragazzo ha risposto alle domande davanti al pm di Venezia Andrea Petroni che gli ha contestato tutte le prove raccolte, tra cui i due coltelli trovati e il nastro adesivo, comprato on line qualche giorno prima del delitto della sua ex fidanzata.

Nella giornata di venerdì 1 dicembre 2023 Filippo Turetta è stato sottoposto a interrogatorio nel carcere di Montorio, Verona, dove si trova dopo l’arresto avvenuto in Germania, a cui ha fatto seguito l’estradizione in Italia. Lo studente, che compirà 22 anni il 18 dicembre, è accusato di omicidio volontario aggravato dalla relazione affettiva terminata e sequestro di persona; oltre all’occultamento di cadavere, ma rischia anche le aggravanti per la premeditazione e la crudeltà.

Il giovane ha parlato per ben nove ore, dalle 11 alle 20, in cui è arrivato a confessare quanto fatto al pm di Venezia Andrea Petroni, che coordina l’inchiesta dei carabinieri.

Il ragazzo ha ricostruito non solo quanto avvenuto la sera dell’11 novembre, giorno in cui si è incontrato con Giulia Cecchettin per mangiare al centro commerciale nei pressi di casa, ma anche le sue azioni nei giorni che hanno preceduto l’omicidio e durante la fuga in Germania.

Filippo Turetta avrebbe sostenuto di avere avuto la mente offuscata nel momento in cui ha capito che non c’era alcuna possibilità di tornare insieme all’ex fidanzata.

A scatenare la lite tra i due sarebbe stato, secondo quanto riportato da Tgcom24, l’ennesimo “no” della ragazza. In quel momento lui ha estratto il coltello che aveva portato con sé, anche se la studentessa ha provato a difendersi, urlando: “Mi fai male“. A quel punto Turetta l’avrebbe costretta a salire in macchina e le ha tappato la bocca con lo scotch. L’omicidio è avvenuto nell’area industriale di Fossò, dove lui l’ha accoltellata 25 volte, in modo particolare tra la testa e il collo, sfiorando carotide e giugulare. Un fendente ha colpito la 22enne sotto la scapola sinistra, pur senza toccare il cuore. Questi tagli sono quelli che hanno provocato il dissanguamento, fino alla morte.

Non sono mancate le pause da parte del ragazzo nel corso dell’interrogatorio, condito da tanti “Non ricordo“. Emblematica la frase “Mi è scoppiato qualcosa in testa“, da lui usata per provare a spiegare cosa abbia pensato in quei momenti. Ancora una volta, come accaduto pochi giorni prima, lui si è detto “affranto” e “dispiaciuto per la tragedia“, oltre a essere pronto ad affrontare le “responsabilità” che lo attendono, anche se ci sono ancora alcuni dettagli che non sono ancora chiarissimi nella sua mente.

Nella stessa giornata è inoltre iniziata l’autopsia sul corpo di Giulia Cecchettin. Sulla base di quanto riporta Repubblica, il delitto sarebbe avvenuto dopo una lite scoppiata con l’ex fidanzato, lei era già morta quando è arrivata al Lago di Barcis, dove è stata ritrovata ormai senza vita. Si cercherà di avere maggiori certezze sull’orario del decesso, grazie al supporto, tra gli altri, dei consulenti che hanno assistito all’esame autoptico, il medico legale Guido Viel (perito incaricato dalla Procura) e l’entomologo forense Stefano Vanin. Determinante sarà la valutazione sulla presenza di larve di mosche e insetti rinvenuti sul cadavere.

Si è deciso inoltre di prelevare alcuni tessuti per capire se Cecchettin sia stata stordita.

Ora, grazie al nulla osta della Procura di Venezia sarà possibile celebrare i funerali, previsti nella giornata di martedì 5 dicembre.

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