Dopo la Maturità, lo Schwa anche in una tesi universitaria: la rivoluzione di Andrea Antonio Orlandi

"Vari dialetti italiani, come il siciliano o, ancora di più, il dialetto napoletano, presentano il suono dello Schwa costantemente senza nessuna complicazione, anzi caratterizzandoli. Perché allora questo non è possibile nell’italiano standard?"

Dopo Gabriele Lodetti, che ha scelto di inserire lo Schwa nel tema d’italiano alla maturità, ora a fare una nuova rivoluzione in materia di linguaggio inclusivo ci ha pensato Andrea Antonio Orlandi. Attivista, linguista italiano e persona non-binaria, il giovane si è laureato a dicembre 2022 presso la Facoltà di Lingue dell’Università di Modena e Reggio Emilia.

Nella sua tesi, intitolata “Dissimmetrie di trattamento donna-uomo in inglese e forme genderless a beneficio della comunità trans* italofona: una ricerca sociolinguistica”, Orlandi ha deciso di portare delle novità, non sempre ben accette nel mondo dei puristi. Quindi, oltre a scrivere relatrice invece di relatore, ha portato avanti il tema delle dissimmetrie linguistiche e quello dell’uso dello Schwa.

Intervistato per Gay.it dal giornalista Riccardo Conte, Orlandi ha spiegato così questa scelta:

Moltə non vedono la tesi triennale come qualcosa di così grande, ma questa tesi ha avuto per me un impatto molto forte perché tratta l’esposizione dei miei principi sia in quanto neolinguista, sia in quanto persona queer che non ha paura di agire per la mia comunità, al pubblico parlante, soprattutto unendo le mie due passioni principali, che sono lingua e linguaggio ed attivismo LGBTQIA+.

Una tesi con cui il neo laureato non vuole certo negare che l’uso dello Schwa sia privo di complicazioni, ma con cui punta invece a far comprendere che può essere normalizzato. Grazie all’intervento della dottoressa Vera Gheno, intervistata nel secondo capitolo del suo elaborato, Orlandi spiega come la lingua sia in costante mutamento ed evoluzione:

Non è statica (la lingua, ndr), ma dinamica, e cambia continuamente in base al contesto socioculturale e storico in cui viviamo. (…) Non fa parte del nostro alfabeto, ma la pronuncia è ben conosciuta nella nostra lingua. Vari dialetti italiani, come il siciliano o, ancora di più, il dialetto napoletano, presentano il suono dello Schwa costantemente senza nessuna complicazione, anzi caratterizzandoli. Perché allora questo non è possibile nell’italiano standard?

Inoltre, il linguista Andrea Antonio Orlandi sottolinea come, ad esempio, nella lingua inglese esistano delle soluzioni per indicare un’assenza di genere, e come invece per l’italiano ci sia lo Schwa a includere nel linguaggio ogni soggettività coinvolta:

Se mi riferisco a te, senza sapere dei tuoi pronomi o della tua identità di genere, perché devo farti perdere il senso della tua identità con una sola parola – perché sappiamo benissimo che la lingua ha un potere non indifferente –, perché farlo? Quando si possono utilizzare delle forme che non esplicitano il genere per evitare qualsiasi problema mio e tuo?

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