Some Prefer Cake: cos'ha il cinema lesbico da raccontarci di così importante

A Bologna il festival del cinema lesbico, Some Prefer Cake. Un'occasione utilissima per dare una nuova prospettiva sulle relazioni lesbiche, decisamente lontane dalle immagini stereotipate del mondo del porno.

“Alcun* preferiscono la torta”: è questa la traduzione di Some Prefer Cake, il festival del cinema lesbico che si inaugura a Bologna oggi e durerà fino al 25 settembre, presso il Nuovo Cinema Nosadella di via dello Scalo 21 e via Lodovico Berti 2/7.

Giunta alla quattordicesima edizione, la kermesse cinematografica creata da Luki Massa e Marta Bencich si sposterà, dopo tre giorni in presenza, in streaming, dove dal 26 settembre al 2 ottobre sarà visibile, su openddb.it, una selezione dei film proiettati in presenza.

Il Lesbian Film Festival bolognese propone (finalmente!) una prospettiva del tutto nuova sulle relazioni lesbiche, puntando su quella che è la realtà di molte persone lesbiche, ben al di là di quelle che sono le stereotipate immagini proposte dai porno o dai circuiti mainstream; Some Prefer Cake, in sostanza, si emancipa rispetto alla retorica dei media nel raccontare il mondo lesbico, offrendone una visuale decisamente più realistica grazie ai 29 fra film, documentari, cortometraggi e fiction che prenderanno parte al festival, realizzato grazie a un’intensa campagna di crowdfunding, al sostegno di Emilia Romagna Film Commission e Regione Emilia Romagna, Chiesa Valdese, Gemma Master in Studi di genere e delle donne dell’Università degli Studi di Bologna.

Fonte: un fotogramma di MarteUm

Numerose anche le ospiti attese a Bologna, fra cui spiccano Esther Newton, antropologa statunitense e pioniera dei gender studies, e la regista Jean Carlomusto, attivista e artista multimediale che, nel documentario Ester Newton made me gay (Usa, 2022), che sarà proiettato in anteprima italiana sabato 24 settembre alle ore 17.00, racconta la vita e le passioni della studiosa che ha dedicato la vita a decostruire, attraverso i suoi saggi, l’idea di naturalità del binarismo sessuale e dell’eterosessualità.

Ma fra le ospiti internazionali è attesa anche Nancy Otto, che domenica 26 settembre alle 14.30 presenterà in sala, in anteprima italiana, Prognosis – Notes on living, documentario che racconta l’ultimo periodo di vita della compagna Debra Chasnoff, scomparsa nel 2017 a 60 anni per un tumore al seno, documentarista vincitrice dell’Oscar nel 1992, che con il suo It’s Elementary del 1996, incentrato su come dovrebbe essere trattato l’orientamento sessuale nella scuola primaria, può essere considerato un vero e proprio caposaldo della cinematografia LGBT.

Fil rouge dell’intero evento sarà, come detto, il desiderio di raccontare storie di vita lesbica comune in lotta per rivendicare il diritto a esistere in una società spesso cieca, violenta ed escludente; tra le proposte più interessanti del festival il documentario ungherese Her Mothers, che si occupa dei diritti di due madri in un Paese a fortissima impronta conservatrice, Sirens, dal Libano, Luchadoras, che pur essendo una produzione tedesca parla di tre coraggiose lottatrici di Ciudad Juárez, città messicana nota per i suoi alti tassi di femminicidio.

Infine, da sottolineare il documentario Nelly and Nadine, produzione svedese, belga e norvegese, che racconta la storia di un amore lesbico nato nel campo di concentramento di Ravensbrück e proseguito dopo la fine della guerra.

La giuria del festival sarà composta da Rita Marzio Maralla, videomaker del collettivo Marsala, Elsi Perino, programmer del Lovers Festival di Torino e Carmen Riccato, direttrice artistica del Disability Film Festival di Torino, per la sezione Documentari; Chiara Checcaglini, critica cinematografica e seriale per Il Sole 24 Ore, Silvia Di Marco, co-direttrice di Olhares do Mediterrâneo – Women’s Film Festival di Lisbona, e Francesca Scialanca, sceneggiatrice di film e serie tv, si occuperanno invece della sezione Fiction e Cortometraggi. Le giurate proclameranno i film vincitori domenica 26 settembre alle ore 20.

Fonte: un fotogramma di Hold

Non ci saranno però solo film, documentari e fiction: per l’intera durata del festival saranno esposte le fotografie di Queer Rome, Queer Love, il progetto fotografico di Cloudy Moroni che propone uno sguardo non voyeuristico sui corpi e sulla gestualità delle persone trans e queer; il 24 settembre invece spazio alla presentazione del libro Il nostro mondo comune, riedizione di un testo fondamentale, pubblicato nel 1983, che intende rivendicare il ruolo svolto dalle lesbiche all’interno del movimento femminista, scritto da un gruppo di lesbiche del CLI (Collegamento Lesbiche Italiane) in risposta alla cancellazione del lesbismo all’interno del documento Più donne che uomini a cura del Gruppo N. 4 della Libreria delle donne di Milano.

Non viene dimenticata, ovviamente, l’inclusività, con film tutti sottotitolati in italiano per essere accessibili alle persone sorde e incontri e presentazioni tradotte in LIS, oltre all’assenza di barriere architettoniche di qualunque genere per persone disabili.

La prevendita può essere effettuata sulla piattaforma DICE. Tutte le informazioni sul festival sono sul sito ufficiale dell’evento e sulle pagine social.

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