I ricercatori della Cleveland Clinic, negli Stati Uniti, hanno annunciato di aver iniziato i primi test clinici per il vaccino creato contro il tumore al seno triplo negativo, la forma che tra tutte risponde meno alle terapie.

Come riporta la stampa internazionale, se i ricercatori otterranno i risultati sperati, il vaccino verrà somministrato anche a persone sane ma con un alto rischio di contrarre il tumore al seno. Per esempio, chi possiede la mutazione a carico del gene Brca1, ovvero il gene che combatte i tumori, ma se questo gene muta, non adempie più a questa funzione.

Alla sperimentazione parteciperanno tra le 18 e le 24 pazienti che hanno già contratto il tumore al seno triplo negativo.

Come riporta la stampa, il vaccino è stato sviluppato contro il tumore al seno triplo negativo perché questo è il più pericoloso di tutti, e nella maggioranza dei casi la prognosi è delle peggiori. Colpisce le donne under 50 ed è più propenso ad attaccare le donne afroamericane (hanno il doppio delle possibilità di sviluppare questo tumore).

Questa forma di tumore rappresenta circa il 12-15% di tutti i tumori al seno.

Purtroppo, la gravità di questa forma di tumore al seno è dovuta al fatto che non presenta nessuno dei tre recettori che solitamente si trovano sulle cellule dei tumori mammali e che vengono attaccate dai farmaci. Per questo, le pazienti affette dal triplo negativo non possono accedere alle cure attualmente indicate per il trattamento del cancro al seno, come la terapia ormonale o la terapia farmacologica specifica.

Di solito, l’unica cosa da fare è operare una mastectomia (la rimozione totale della mammella).

Una strategia molto promettente è quella di sviluppare vaccini che prevengano l’insorgenza di questo tumore. Il vaccino dei ricercatori della Cleveland Clinic rappresenta un grande passo avanti: sarà somministrato in 3 dosi, a distanza di due settimane l’una dall’altra.

Questa strategia vaccinale ha il potenziale per essere applicata ad altri tipi di tumore. In caso di successo, questi vaccini hanno il potenziale per trasformare il modo in cui controlliamo i tumori a insorgenza nell’età adulta e migliorare l’aspettativa di vita“, ha detto alla stampa Thomas Budd, principal investigator della sperimentazione.

La discussione continua nel gruppo privato!
Seguici anche su Google News!