A Starbucks Milano si può provare la nuova gamma di caffè all’olio d’oliva chiamata Oleato, che è stata lanciata mercoledì nel negozio principale in centro città.

Chiamata Oleato, la gamma comprende un espresso shakerato ghiacciato, un espresso martini e un latte all’olio d’olivacotto al vapore con latte d’avena”.

L’idea di mescolare il caffè e l’olio d’oliva è venuta al CEO di Starbucks Howard Shultz durante un viaggio in Sicilia, dove ha adottato il rituale quotidiano di prendere un cucchiaio di olio extravergine d’oliva insieme al caffè del mattino, abitudine che lo ha spinto a voler creare una miscela che combinasse i due sapori.

In un annuncio pubblicato sul sito web dell’azienda Shultz, che è stato ispirato a creare la catena Starbucks proprio durante una visita in Italia nel 1983, ha dichiarato che negli ultimi 40 anni non è mai stato “più eccitato, più entusiasta”, riguardo a un nuovo prodotto, aggiungendo che il “sapore inaspettato, vellutato e burroso dell’olio d’oliva… esalta il caffè e persiste meravigliosamente sul palato”.

Le opinioni dei clienti italiani sono però contrastanti.

Nel café Starbucks di Piazza Cordusio, ex ufficio postale progettato come un museo del caffè, molti hanno già provato la linea, grazie alla pubblicità che Starbucks ha offerto in giro per la città di Milano: non lontano dal Duomo un cartello giallo annunciava che il prodotto era in vendita, e una grande lattina di olio campeggiava al centro del negozio.

Un cliente, come riporta il Guardian, ha descritto l’Oleato come un “gusto più dolce” che “va giù più liscio”, mentre un altro ha detto che “il gusto del caffè domina l’olio”.

Altri clienti, invece, non hanno voluto provare.

Maria Franceschi, che lavora per il vicino Comune di Milano, ha detto di non essere contraria al caffè di Starbucks, ma che “olio e caffè sono gusti diversi” che non possono essere abbinati insieme.

Il caffè è oleoso per natura”, ha detto Marcello Mannile, proprietario del bar Rose by Mary, dichiarando che è aperto alle novità, ma che per adesso non si sente pronto ad aggiungere l’olio al caffè per via di “un fattore culturale”.

Tuttavia, Mannile ha dichiarato che l’Oleato potrebbe avere il potenziale per il successo, perché l’Italia è molto più internazionale rispetto al passato: “Siamo disposti a sperimentare molto di più. Se si vuole ancora trovare l’autentico caffè italiano, bisogna andare fuori dalle grandi città”.

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