Mentre la ex moglie Belen è diventata di nuovo mamma della piccola Luna Mari, Stefano De Martino finisce sulla cover del 3 agosto di Vanity Fair con il figlio Santiago, immortalati dall’obiettivo del fotografo olandese Paul Bellaart, per parlare di genitorialità e dei nuovi (e vecchi) modi di essere padre.

Partendo proprio dal suo essere figlio e dalla severità del suo, di padre, forgiato a sua volta dall’assenza di un genitore.

Mio padre un padre non l’aveva avuto – dice il ballerino – e dentro di lui quella mancanza, quell’impossibilità di confrontarsi con i pregi e i difetti, le illuminazioni e gli errori di chi avrebbe dovuto crescerlo aveva cambiato qualcosa per sempre.

Senza esempio e senza memoria con me procedeva per esperimenti. Iniziò a trattarmi da adulto molto in fretta. E scelse di responsabilizzarmi ed espormi ai rischi senza vietarmi nulla con un certo grado di consapevolezza. Sapeva che mettermi sotto una campana di vetro non mi avrebbe protetto dai pericoli e che proibire all’origine conduce sempre a voler infrangere i divieti. Decise di non pormi dei limiti perché i miei limiti, e quindi i miei confini, sapessi definirli da solo. Mi mise di fronte alla realtà e azzardando colpì nel segno“.

La stessa cosa, adesso, lui cerca di farla con Santiago, 8 anni; nel tempo, grazie a lui, ha capito quanto la prospettiva cambi, dall’essere figlio all’essere genitore, e quanto le cose di cui non ci si preoccupa quando si è solo figli diventino improvvisamente grandi fonti di preoccupazione quando invece si diventa padri.

Da quando sono diventato padre il ribaltamento di prospettiva è impressionante. Da figlio giudichi, condanni e prima della riconciliazione cerchi, insegui e quasi pretendi con chi ti ha accudito lo scontro e la rottura. Da padre capisci per la prima volta cosa hanno provato i tuoi genitori quando non rispondevi al telefono e li facevi preoccupare inutilmente o ti ribellavi per partito preso. E di quel know-how, sapendo che l’errore è dietro l’angolo, ti devi far forza perché una via di fuga comunque non esiste. La porta è stretta e la serratura difettosa. Per entrare in un rapporto reale o in uno scambio sentimentale ci vuole la chiave giusta e non è detto che il mazzo la contenga.

Ha solo 32 anni, Stefano, ma la saggezza di un uomo di altri tempi, cresciuto con valori forti che gli hanno permesso di avere, oggi, la certezza di voler essere al fianco di suo figlio.

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