Da secoli, la tragica vicenda della regina Sunandha Kumariratana, consorte del re Chulalongkorn del Siam, ha catturato l’interesse degli storici. Il 22 aprile 1880, la giovane regina e la figlia di un anno trovarono la morte nelle acque del fiume Chao Phraya mentre cercavano di sfuggire alle fiamme divampate su una barca reale.

A rendere ancor più tragico questo racconto è la rigida osservanza delle antiche leggi del Siam, che vietavano a chiunque, inclusi i servi della regina, di toccare un membro della famiglia reale. Mentre la regina – che al momento della morte era incinta – e la figlia lottavano disperatamente per mantenersi a galla nel fiume (la regina infatti non sapeva nuotare), gli attendenti furono costretti a rimanere fermi sulla riva, impotenti nel loro dolore mentre assistevano alla tragica fine della loro regina.

Alcuni tentarono di salvare le due reali in modi alternativi, ad esempio lanciando noci di cocco in acqua nella speranza che la regina potesse aggrapparvisi e essere trascinata a riva. Tuttavia, questo stratagemma non ebbe successo, e entrambe persero la vita. Dopo la tragedia, fu eretto un grande mausoleo in onore della regina e della principessa.

La morte della regina rappresentò un momento epocale nella storia del Siam, poiché segnò il preludio alla fine dell’era della monarchia assoluta che aveva dominato il paese per generazioni. Il re Chulalongkorn, profondamente turbato dalla scomparsa della sua amata consorte e della figlia, si trovò ad affrontare un crocevia critico. Fu spinto a intraprendere una serie di riforme radicali che avrebbero trasformato profondamente il tessuto sociale e politico del regno.

Il dolore personale del re si trasformò in una determinazione ardente per portare il Siam verso un futuro di progresso e modernità. Chulalongkorn avviò un ambizioso programma di modernizzazione, che mirava a rafforzare le istituzioni statali, promuovere l’istruzione e l’economia, e, soprattutto, a limitare il potere e i privilegi della monarchia stessa.

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