I miti radicati sulla verginità femminile hanno regolato per secoli la vita delle donne e il loro ruolo nella sessualità, dando vita poi a un mito che danneggia sia donne che uomini a livello sociale.

Secondo VICE, tuttavia, nonostante la diffusa condanna di tali pratiche si ritiene che in più di 20 Paesi siano ancora diffusi metodi per “testare” la verginità delle donne: questo si è palesato su TikTok negli ultimi mesi, dove gli utenti hanno notato l’improvvisa ondata di filmati che riprendono i test di verginità online, estrapolati dal loro contesto comunitario originario. Alcuni video hanno raggiunto le 10 milioni di views.

@sophiasmithgaler Too many of these were showing up on my For You Page so I hope this information sheds a bit of light on this. It’s believed over 20 countries around the world continue to practice a form of #virginitytesting and as the TikTok videos show, lots of women take part and continue practices like these in their communities. Their videos then go viral as they’re taken out of their original community context and people try to figure out what’s going on - all in a world where there’s a big #health #education ♬ original sound - Sophia Smith Galer

Come ha condiviso su TikTok Sofia Smith Galer, giornalista di VICE che conta più di 400mila followers, moltissimi dei video vengono mostrati sulla pagina “Per te” di TikTok, tra i suggeriti.

Come riporta The Independent, in Occidente si stanno cercando dei modi per limitare la diffusione dei test di verginità: il governo britannico, infatti, sta per renderli illegali in Inghilterra e Galles, spalleggiato dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) e delle agenzie delle Nazioni Unite, che ritengono la pratica una violazione dei diritti umani.

Ma in cosa consistono i “test della verginità”? Solitamente i test comportano l’ispezione visiva o fisica della membrana imenale. I video che sono stati ampiamente condivisi online, tuttavia, come mostrato da Galer, mostrano un’usanza diversa eseguita da membri della comunità Rom in Europa occidentale, in particolare in Francia e Spagna.

Come spiega Galer su Twitter, autrice di Losing It: Sex Education for thr 21st Century, la pratica consiste nella ricerca dell’honra, una caratteristica fisica e tangibile che conferma la verginità di una donna.

Le donne della comunità Rom fanno sdraiare supina la sposa in una stanza e aprendo con le dita le labbra esterne della vagina esaminano il colore e la tenuta dei suoi organi interni: dopodiché una donna chiamata ajuntoaora “svergina” la ragazza con un fazzoletto bianco che, una volta avvolto intorno all’indice, viene spinto nella vagina per far “scoppiare” quello che i membri della comunità Rom chiamano l'”uva“, “un granello bianco o grigiastro e duro delle dimensioni di un piccolo cece che contiene la sua honra“.

Sophia Smith Galer spiega che l’ajuntoaora, in realtà, preme le ghiandole di Bartholin – “un paio di ghiandole della grandezza di un pisello che si trovano appena dietro e ai lati delle labbra vicino all’ingresso della vagina“, ha scritto su Twitter. “Sono quelle che ci aiutano a lubrificare ed è per questo che il fazzoletto non è macchiato di sangue, ma di una specie di roba biancastra e giallastra“.

Nel suo video su TikTok, la giornalista ribadisce che questa pratica, così come qualsiasi altra, non può stabilire la verginità: “Nessun esame fisico può determinare nulla“.

Gli esperti sono infatti concordi sull’affermare che “non c’è alcun modo per provare scientificamente se qualcuno è vergine oppure no“, come ha detto la dottoressa Silvia Gioffreda, medico che si occupa di salute e benessere sessuale, a Vanity Fair.

Di fatto la verginità non esiste, ma è solo un costrutto sociale.

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