Dopo una “tregua” estiva, le storie di morti per coronavirus tornano ad affollare le cronache internazionali. Ce ne sono alcune particolarmente toccanti per diverse ragioni: alcune riguardano persone cui ci sentiamo affini, altre personaggi famosi che amiamo, altre ancora persone con cui ci sentiamo particolarmente empatici, come bambini, anziani, disabili o personale sanitario.

È importante parlarne perché tutti, ma proprio tutti, dobbiamo capire che questa pandemia non risparmia nessuno: il giovane, l’anziano, il ricco, il povero, la celebrità o la persona comune (anche se le fasce deboli come poveri e anziani sembrano esserne letteralmente falcidiate). Dal Messico è giunta in questi giorni una vicenda particolarmente commovente e straziante, che riguarda un giovane infermiere morto appunto per le complicazioni del coronavirus.

Si tratta di Sergio Humberto Padilla Hernandez: aveva 28 anni e lavorava come infermiere in un team di quattro persone in un ospedale pubblico nello stato di Chihuahua in Messico, uno dei luoghi maggiormente colpiti dalla pandemia. Lo scorso 5 novembre, Sergio ha girato un video prima di essere intubato, promettendo alle persone che ama che sarebbe tornato e che la sua sarebbe stata una terapia di pochi giorni. Ma il 6 novembre, inaspettatamente, è morto.

Questo è il video riportato da Real Noticias:

È il momento della verità – spiega l’infermiere nel video diventato virale – Mi sottoporrò a intubazione endotracheale. Voglio che, qualunque cosa accada, qualunque sia la prognosi che Dio ha in serbo per me, mi ricordiate sempre per quello che sono stato e per quello che sono, perché tornerò. Questo non è un addio, sono sicuro che ritornerò in qualche giorno di recupero. Andremo avanti. Rivedrò amici, famiglia… li amo. So che stanno pregando per me, per la mia salute, per il mio benessere e qualunque cosa accada loro saranno sempre attenti ai miei interessi, sempre. Li amo e sono nel mio cuore, ci vediamo dopo.

Purtroppo Sergio non ha potuto però rivedere i suoi cari, aggiungendosi alla lunga lista di vittime che questa pandemia sta provocando.

Attualmente in Messico, Paese in cui il presidente Andrés Manuel López Obrador non ha mai smesso di promuovere il turismo anche a fronte di una sanità sguarnita in piena pandemia: attualmente gli ospedali statali hanno smesso di ammettere nuovi pazienti affetti da coronavirus perché impossibilitati ad accoglierli e curarli tutti. Finora ci sono stati 967.825 casi di Covid-19 in Messico e 95.027 decessi legati a esso.

Anche in Italia stiamo registrando nuovi casi giornalieri a cinque cifre e i morti del 10 novembre sono stati quasi 600. In questi giorni si parla moltissimo di Chiara Cringolo, 21enne di Romano Canavese che lascia un bimbo di 13 mesi ed è morta per coronavirus all’ospedale Molinette di Torino: Chiara non aveva nessuna malattia pregressa, al contrario di tutto quello che abbiamo sentito finora per i morti di Covid-19.

Per questa ragione è necessario mantenere alta la guardia: indossare la mascherina, lavare le mani, tenere il distanziamento sociale.

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