Il Tribunale di Roma ha deciso di schierarsi contro le anagrafi dei comuni che hanno registrato come genitori i componenti di coppie omosessuali. L’accusa, dunque, è quella di aver trascritto dei documenti che provenivano dall’estero senza fare un’istruttoria interna facendo così un’interpretazione – ritenuta troppo ampia – della legge Cirinnà relativa alle unioni civili. Braccio di ferro tra il Tribunale della Capitale e i comuni di Roma e Torino che, adesso, dovranno rendere conto della loro attività in materia. La Procura, dunque, ha attivato una procedura che consente di portare davanti al Tribunale civile coloro che hanno applicato (o meglio, avrebbero applicato) male una legge.

I pubblici ministeri della Capitale, come riferisce il quotidiano romano “Il Messaggero”, impugneranno nello specifico la trascrizione omogenitoriale che due coppie hanno ottenuto nei comuni di residenza. Si tratta di una coppia composta da due papà e una da due mamme. I loro figli sono nati all’estero e le anagrafi dei comuni italiani non avevano fatto altro che recepire gli atti di nascita nei quali sono stati indicati come genitori. Una scelta che non è piaciuta al Tribunale di Roma: i comuni non avrebbe applicato nel migliore dei modi la legge Cirinnà.

Anche i giudici supremi della Cassazione si starebbero occupando di un’altra trascrizione, stavolta avvenuta a Trento, dove una coppia di due papà si sono recati in Ontario per avere un figlio. Nel caso specifico, il verdetto potrebbe arrivare in autunno. A Catania, invece, come ricorderete, la precedente amministrazione – guidata dal sindaco Enzo Bianco – aveva proceduto alla trascrizione dell’atto di nascita di due gemelli nati in America, figli due padri di 36 e 42 anni. Anche in questo caso la trascrizione era stata spontanea, senza l’intervento di un Tribunale.

Adesso, alla luce di quanto accaduto (con l’intervento del Tribunale di Roma), bisognerà capire come decideranno di comportarsi le anagrafi dei comuni italiani.

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