Triplice femminicidio: uccide la moglie e le figlie e si getta sotto il treno

È stato catalogato come triplice femminicidio dalla polizia catalana il delitto di un uomo che ha ucciso la moglie e le figlie di 8 e 5 anni, prima di suicidarsi lanciandosi sotto un treno.

Ha ucciso la moglie e le figlie di 8 e 5 anni, prima di lanciarsi sui binari al passaggio di un treno regionale. In Spagna, dove è accaduto l’episodio, parlano di triplice femminicidio.

Non si conoscono ancora con esattezza le cause delle tre morti – sarà l’autopsia a stabilirlo con chiarezza – né il movente che avrebbe spinto l’uomo, un quarantatreenne, a compiere il triplice femminicidio. Gli inquirenti intervenuti sulla scena del crimine dopo il ritrovamento del suo cadavere nei pressi dei binari e l’accertamento dell’identità avrebbero trovato un biglietto d’addio con cui il femminicida avrebbe chiesto perdono per il gesto, assicurando anche che non si trattasse di una violenza di tipo sessista.

I corpi della donna e delle bambine sono stati ritrovati nell’abitazione di El Prat de Llobregat, a Barcellona, come comunicato dai Mossos d’Esquadra, la polizia catalana; dopo averle assassinate, come detto, l’uomo si è gettato sotto un treno, con il conducente che ha dichiarato di non aver potuto fare nulla per evitare l’impatto.

In Spagna casi di questo tipo sono rubricati come “delitti di genere”, e da inizio anno ben 5 bambini sono stati vittime di violenza vicaria di femminicidi, con episodi tutti verificatisi in Catalogna. Solo una settimana fa a Gerona, nella stessa regione, un uomo è stato arrestato per aver ucciso il figlio di 5 anni e aver gravemente ferito la compagna, una donna spagnola di 29 anni, che è tuttora ricoverata in ospedale.

Dal 2013, secondo il Ministero dell’Interno spagnolo, sono stati invece 55 i bambini vittime di questo tipo di violenza; otto le donne vittime di femminicidio solo da gennaio 2024, oltre 1248 negli ultimi 20 anni. La Spagna può comunque essere considerata un modello virtuoso riguardo la violenza di genere, essendo il primo Paese che ha contabilizzato i femminicidi, e grazie alla ley orgánica contro la violenza di genere del 2004, che ha seguito e attuato il  Plan de acción contra la violencia doméstica del 1998, il quale ha introdotto il delitto di “violenza psicologica esercitata con carattere abituale” e il distanziamento fisico tra l’aggressore e la vittima.

La legge in questione affronta la violenza di genere non solo da una prospettiva legale, ma anche strutturale, e ha introdotto corsi sull’uguaglianza di genere, regolato il campo pubblicitario per contrastare le immagini sessiste e discriminatorie delle donne e, soprattutto, ha creato tribunali speciali sul tema, circa 106 al momento, e altri 351 che si occupano del tema assieme ad altre questioni penali e civili. In questi tribunali la donna può sollecitare misure penali, come divieti di avvicinamneto, civili, come la protezione per i figli, e assistenza giuridica, grazie a un avvocato d’ufficio che la difende gratuitamente in tutti i procedimenti, anche laddove l’aggressore infranga le restrizioni.

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