La ricerca scientifica negli ultimi anni ha fatto passi da gigante e ha reso guaribili malattie che prima non lo erano, nonostante il momento in cui si riceve la diagnosi possa fare ancora paura. È il caso del tumore al seno, il tipo di cancro più diffuso tra la popolazione femminile, ma che attraverso la prevenzione può essere individuato facilmente quando non ha ancora coinvolto altri organi.

È quindi importante non avere paura di sottoporsi a controlli costanti, quali ecografia mammaria e mammografia, specialmente se si sono avuti altri episodi simili in famiglia, che possono aumentare la possibilità di contrarlo. Il lavoro degli studiosi, però, non si ferma e ha ora portato a scoprire una nuova terapia che potrebbe risultare davvero provvidenziale, al punto tale da ridurre significativamente, anche del 25%, l’eventualità di andare incontro alle recidive.

Si tratta di uno studio di fase 3 Natalee, in pubblicazione sul New England journal of Medicine, presentato al congresso della Società americana di oncologia clinica (Asco), che ha visto coinvolti più di 5 mila pazienti. In particolare, sono stati presi in considerazione donne e uomini affetti da tumore al seno positivo per i recettori ormonali e negativo per il recettore Her 2, il tipo più diffuso di tumore al seno (rappresenta i due terzi dei casi totali).

Questo farmaco, denominato Rimociclib, diminuisce in maniera significativa la possibilità che la malattia si ripresenti in chi è già guarito, oltre ad aumentare la sopravvivenza in pazienti con carcinoma mammario a uno stadio avanzato. C’è inoltre un’altra evidenza che non può essere sottovalutata: sono stati riscontrate conseguenze positive anche in chi ha contratto la malattia ed è ancora in una fase precoce, comprese le situazioni in cui questa non si è ancora diffusa ai linfonodi.

Nel Regno Unito e negli USA le agenzie del farmaco hanno già provveduto ad approvare questo medicinale. Fino ad ora le pazienti in genere si sottopongono a un intervento chirurgico, per poi procedere con chemioterapia e radioterapia, a cui segue l’assunzione di medicinali che fermano la crescita del tumore. Poter prendere il Rimociclib già poco dopo la diagnosi potrebbe quindi essere provvidenziale per molte donne.

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