Da lunedì 4 ottobre sono partite le somministrazioni della terza dose di vaccino per il personale sanitario e i soggetti over 80. L’Agenzia Europea del Farmaco, poi, ha dato il via libera a Pfizer anche per tutte le persone tra i 18 e i 55 anni, a patto che il siero venga somministrato a sei mesi di distanza dalla seconda dose. È stato confermato, infatti, che il vaccino sviluppato da Pfizer e Biontech contribuisce notevolmente ad aumentare la produzione di anticorpi contro il virus del Covid-19.

“Il rischio di condizioni infiammatorie cardiache o di altri effetti collaterali molto rari dopo un richiamo non è noto e viene attentamente monitorato. Come per tutti i medicinali l’Ema continuerà a esaminare tutti i dati sulla sicurezza e l’efficacia del vaccino. Maggiori informazioni sulle raccomandazioni di richiamo per Comirnaty (il nome del vaccino Pfizer, ndr) saranno disponibili nelle informazioni aggiornate sul prodotto“, fa sapere l’Ema in una nota.

Un’altra novità riguarda la terza dose per i soggetti immunodepressi: anche in questo caso l’Agenzia ha dato l’ok per la somministrazione dopo almeno 28 giorni dalla seconda. “La raccomandazione arriva dopo che gli studi hanno dimostrato che una dose extra di questi vaccini ha aumentato la capacità di produrre anticorpi contro il virus che causa il Covid-19 nei pazienti sottoposti a trapianto di organi con sistema immunitario indebolito. Sebbene non ci siano prove dirette che la capacità di produrre anticorpi in questi pazienti protegga contro il Covid-19, si prevede che la dose extra potrebbe aumentare la protezione almeno in alcuni pazienti. L’Ema continuerà a monitorare tutti i dati che emergono sulla sua efficacia“, continua la nota.

Ancora qualche dubbio, invece, sulla possibilità di ricevere la terza dose per tutti coloro che hanno ricevuto il vaccino Moderna. “Le evidenze dicono che la protezione della prima è della seconda dose si estendono con alta probabilità per un anno. Dopo, per prolungare e probabilmente anche per potenziare l’efficacia del vaccino contro il Covid è necessaria una ulteriore dose. Sono stato il primo sanitario, che fortuna!“, ha detto Ezio Ghigo, direttore del Dipartimento di Medicina della Città della Salute di Torino, che intanto è stato il primo medico a ricevere per la terza volta il vaccino.

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