The Doctor diventerà padre per la prima volta: Valentino Rossi qualche settimana fa ha infatti annunciato di aspettare un bebè dalla compagna, Francesca Sofia Novello.

Anzi, per la precisione si tratta di una bambina, e proprio commentando il sesso della nascitura, qualche giorno fa, il pilota ha detto in un’intervista prima del Gran Premio di Gran Bretagna:

Avrei preferito un maschio, ma almeno non la metterò sulla moto.

Pur non mettendo in dubbio che quella di Rossi sia stata un’affermazione “di getto”, spontanea, è chiaro che qualche perplessità la lasci, come ben spiegato in questo post della pagina NarrAzioni Differenti.

Qualche giorno fa Valentino Rossi, annunciando la gravidanza della compagna ha confessato che il suo grande desiderio sarebbe stato un figlio maschio, ma che come nota positiva c’era che non avrebbe messo sua figlia su una moto.

È molto triste dover sentire futuri genitori desiderare —prima ancora di cose più importanti per un* bambin*— che sia di un genere piuttosto che di un altro. Credere che il valore della vita e il destino di un essere umano dipendano dal genere di appartenenza e non dall’educazione e dagli esempi che si impartiscono, oltre ovviamente al genere di società in cui crescerà.
Rossi, rasserenato, ha poi dichiarato che le probabilità che sua figlia possa correre in MotoGP sono davvero basse, proprio perché questo tipo di sport è di monopolio maschile —sport a cui troppo spesso le donne possono avvicinarsi solo come graziosa cornice (vedi: le ombrelline).

Dovrebbe destare rammarico l’idea che la propria figlia crescerà in un dimensione in cui ancora alle bambine viene imposto cosa dovrebbe appassionarle, cosa dovrebbero studiare e quale codice comportamentale seguire solo perché femmine.

Si è poi giustificato dicendo che stare dall’altra parte è molto difficile e che la notizia di una figlia femmina che non corre in moto lo rasserena anche per i pericoli a cui questo sport ti espone. I pericoli però sono gli stessi, che tu sia uomo o donna.

Questo sessismo benevolo che finge apprensione verso le donne viste come il sesso debole, esseri bisognosi di protezione, queste parole pronunciate da una persona tanto famosa hanno un impatto piuttosto dannoso.

A questo maschilismo che non ha nemmeno il coraggio di mostrare il suo vero volto, ma che si copre dietro uno pseudo senso di protezione rispondiamo con le parole di Virginia Woolf: ‘Togliete questa protezione, esponete le donne agli stessi sforzi e alle stesse attività, lasciatele diventare soldati, marinari, camionisti e scaricatori di porto, e vi accorgerete che le donne muoiono assai più giovani e assai più presto degli uomini[…] Può accadere qualunque cosa quando la femminilità cesserà di essere un’occupazione protetta’.

Ci sono molti stereotipi sessisti nelle parole di Rossi, a partire da quella concezione, decisamente antiquata, per cui esistano attività “da donna”. E se la figlia del campione, un giorno, volesse invece seguire le orme del padre, che accadrebbe? Valentino cercherebbe di dissuaderla dicendole che la moto “non è roba da donne” e quindi di spingerla verso attività più “femminili”, o capirebbe che seguire le inclinazioni e le aspirazioni di un* figli* è la sola cosa che un genitore può fare per renderl* felice?

Soprattutto, non c’è una parola da parte della compagna: una presa di posizione, un distaccamento dall’opinione del partner. Solo passiva accettazione.

Uno scivolone che segue il silenzio, colpevole, di Sanremo 2020, quando né “il dottore” né la compagna ebbero nulla da eccepire sulle parole di Amadeus che definì Francesca Sofia “bella, bella, bella” e “capace di stare con un grande uomo, rimanendo sempre un passo indietro“. Vediamo se adesso, invece, qualche parola dai diretti interessati arriverà (per ora tutto tace).

Non abbiamo più bisogno di classificare le donne né in base alla loro avvenenza, né in base alla capacità di essere discrete e silenziose per non mettere in ombra i compagni, tantomeno abbiamo bisogno di indirizzare le donne verso determinate attività, escludendole da altre in quanto “maschili”. E probabilmente un personaggio con un seguito così nutrito come Valentino Rossi dovrebbe riflettere qualche secondo in più per cercare di dare esempi positivi, piuttosto che continuare a perpetrare cliché con cui già lottiamo con fatica.

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