Un nuovo studio, pubblicato sulla rivista JAMA Network Open, ha analizzato quasi 17.000 adulti di età superiore ai 65 anni per comprendere come la velocità della camminata può essere un segnale di demenza.

La ricerca ha rivelato che le persone analizzate che camminavano circa il 5% più lentamente o più di anno in anno e che mostravano anche segni di un’elaborazione mentale più lenta, avevano maggiori probabilità di sviluppare la demenza.⁠

Come riportato da National Library of Medicine, una camminata lenta, una volta che si è avanti con l’età, è sempre stata un segnale di avvertimento di una crescente fragilità, che potrebbe portare a cadute frequenti e disabilità. Tuttavia, la nuova ricerca ha anche scoperto che un’andatura più lenta di anno in anno può essere un segno precoce di declino cognitivo.

Questi risultati evidenziano l’importanza dell’andatura nella valutazione del rischio di demenza“, ha scritto l’autrice corrispondente dello studio Taya Collyer, ricercatrice presso la Peninsula Clinical School della Monash University di Victoria, in Australia.

Lo studio, in particolare, ha seguito per sette anni un gruppo di americani con più di 65 anni e un gruppo di australiani con più di 70 anni: ogni due anni, alle persone nello studio è stato chiesto di sottoporsi a test cognitivi che misurassero il declino cognitivo generale, come la memoria, la velocità di elaborazione e la fluidità verbale. Inoltre, due volte ogni due anni ai soggetti è stato anche chiesto di camminare per 3 metri.

Confrontando i due test i ricercatori hanno scoperto che il rischio più alto di demenza riguardava le persone che non solo camminavano più lentamente, ma mostravano anche alcuni segni di declino cognitivo, come ha affermato alla stampa il dottor Joe Verghese, professore di geriatria e neurologia presso l’Albert Einstein College of Medicine nel Bronx, New York, che non è stato coinvolto nello studio.

Ma esistono dei modi per invertire il restringimento del cervello che naturalmente accompagna l’invecchiamento?

Secondo gli esperti di Frontiers in Human Neuroscience, l’esercizio aerobico aumenta le dimensioni dell’ippocampo, che è la parte del cervello associata alla memoria, migliorando le nostre facoltà cognitive. I tipi di esercizio aerobico possono includere camminata veloce, nuoto, corsa, ciclismo, ballo e kickboxing, nonché tutte le macchine cardio che vengono usate in palestra, come tapis roulant, vogatore o scalatore.

 

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