Il video messaggio di Elena prima del suicidio assistito

La donna, malata di cancro all'ultimo stadio, ha scelto di porre fine alle sue sofferenze recandosi in Svizzera, dove è morta il primo agosto 2022. Con lei Marco Cappato che ora rischia fino a 12 anni di carcere.

Elena è morta, e ha scelto lei come e dove porre fine alle sue sofferenze dopo una diagnosi e una battaglia contro un cancro impossibile da sconfiggere. La donna, veneta di 69 anni, che in molti avevano imparato a conoscere con il nome di fantasia di Adelina, ha scelto il suicidio assistito recandosi in Svizzera, il primo agosto 2022.

“Avrei sicuramente preferito finire la mia vita nel mio letto, nella mia casa, tenendo la mano di mia figlia e la mano di mio marito. Purtroppo questo non è stato possibile e, quindi, ho dovuto venire qui da sola”, ha spiegato nel video fatto circolare dall’Associazione Coscioni, il giorno dopo la sua morte.

Ma non era sola del tutto Elena. Con lei ha voluto Marco Cappato:

Ho chiesto a lui di accompagnarmi, perché non volevo che i miei cari potessero avere delle ripercussioni legali. Potessero essere accusati di avermi istigata a prendere una decisione che invece è sempre stata solo mia.

E Marco Cappato ha risposto all’appello, accompagnando Elena in Svizzera, consapevole che per lui si sarebbe trattato di una nuova disobbedienza civile, dal momento che la donna non è “tenuta in vita da trattamenti di sostegno vitale”, e quindi non rientra nei casi previsti e tutelati dalla sentenza 242\2019 della Corte costituzionale.

Cappato rientrerà in Italia il 3 agosto e ha già chiarito l’intenzione di autodenunciarsirischia fino a 12 anni di carcere per l’accusa di aiuto al suicidio. Sul suo profilo Instagram ha raccontato il viaggio fatto con Elena:

Sono arrivato ora in Svizzera dove ho accompagnato la signora Adelina, che è malata terminale di cancro e, qui, chiede di poter essere aiutata a morire senza soffrire. È stato un viaggio lungo, oltre otto ore dal Veneto, un viaggio reso necessario dal fatto che Adelina non avrebbe potuto ottenere questa possibilità in Italia, perché la sentenza della Corte costituzionale esclude che possano essere aiutate a morire persone che non siano tenute in vita da trattamenti di sostegno vitale.

Elena ha scelto liberamente di porre fine alla sua vita, prima “Che lo facesse in maniera più dolorosa la malattia stessa”, un tumore scoperto solo nel 2021 ma già a uno stadio molto avanzato e che, nonostante tutte le cure fatte, le dava poco da vivere, e quel poco sarebbe stato pieno di sofferenze:

Ho dovuto, arrivata a un bivio, scegliere: una strada più lunga che portava all’inferno o una più breve, che mi avrebbe portato qui, a Basilea. Ho scelto la seconda opzione – sono state le sue parole – Sono sempre stata convinta che ogni persona debba decidere sulla propria vita e debba farlo anche sulla propria fine, senza costrizioni, senza imposizioni, liberamente, e credo di averlo fatto, dopo averci pensato parecchio, mettendo anche in atto convinzioni che avevo anche prima della malattia.

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