Vin Diesel è stato accusato di molestie sessuali. A puntare il dito conto l’attore è Asta Jonasson, una sua ex assistente, che nel 2010 aveva lavorato con lui al quinto capitolo della saga Fast and Furious. La molestia sarebbe avvenuta all’interno della suite di un hotel della catena St. Regis Hotels & Resorts, ad Atlanta, proprio durante le riprese del film.

In base a quanto riportato nella denuncia stessa, depositata a Los Angeles da Jonasson nel dicembre 2023, la donna sarebbe stata presa e spinta a letto da Vin Diesel, che in quel momento si trovava in camera nudo, dopo che lei era andata a informarlo che la security lo stesse cercando.

Secondo la donna, inoltre, l’attore l’avrebbe baciata e toccata senza il suo consenso e avrebbe cercato di toglierle la biancheria intima, oltre a forzarla a toccarlo per poi masturbarsi davanti a lei. Poche ore dopo l’accaduto, la donna è stata infine licenziata tramite chiamata da Samantha Vincent, la sorella dell’attore.

Oltre a Vin Diesel, Asta Jonasson ha quindi citato in giudizio anche la società di produzione di quest’ultimo, la One Race Productions, e sua sorella, ivi impiegata, per discriminazione basata sul genere, ambiente di lavoro ostile, ritorsione e licenziamento senza giusta causa, come riportato dal Guardian.

Accuse che, però, la star di Fast and Furious nega. Alla richiesta di Vanity Fair US di commentare la vicenda, l’avvocato dell’attore, Bryan Freedman, ha risposto in un comunicato: “Vorrei essere molto chiaro: Vin Diesel nega categoricamente questa affermazione nella sua interezza. Questa è la prima volta che sente parlare di questa affermazione vecchia di 13 anni, fatta da una persona che presumibilmente è stata sua dipendente per 9 giorni. Esistono prove evidenti che confutano del tutto queste stravaganti accuse”.

Secondo la denuncia, la donna non ha mai parlato prima per paura di ritorsioni all’interno di un’ambiente che “di solito protegge gli uomini potenti e silenzia le vittime”, ma ha ora deciso di raccontare la sua storia grazie al coraggio datole dal #MeToo, movimento femminista contro le molestie in special modo sul luogo di lavoro.

Claire-Lise Kutlay, la legale della presunta vittima, ha dichiarato: “Ci auguriamo che la coraggiosa decisione di Jonasson di farsi avanti contribuisca a creare un cambiamento duraturo, e dia forza alle altre survivor”, riporta il Guardian.

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