Cos’è il virus West Nile che ha già ucciso una donna a Roma e contagiato almeno 6 persone

In provincia di Roma è morta una donna di 82 anni. Altri sei i casi confermati a Latina. Il virus trasmesso dalle zanzare torna a colpire: ecco cosa sapere, chi rischia di più e come proteggersi.

Si chiamava Filomena Di Giovangiulio, aveva 82 anni e viveva a Nerola, in provincia di Roma. È la prima vittima del virus West Nile in Italia nel 2025. Colpita probabilmente da una zanzara infetta durante una breve vacanza nell’entroterra pontino, la donna è stata ricoverata in gravi condizioni e sottoposta a test specifici che hanno confermato il contagio. È morta all’ospedale San Giovanni di Dio di Fondi a causa di complicazioni neurologiche.

Secondo quanto riportato da La Repubblica, non aveva patologie pregresse. La morte è avvenuta rapidamente, a riprova della possibile aggressività del virus anche su organismi apparentemente sani.

Cosa sappiamo del virus West Nile

Il virus West Nile (WNV) è un virus trasmesso esclusivamente dalle zanzare, in particolare da quelle del genere Culex (non dalla zanzara tigre), e non si trasmette da persona a persona. Il contagio avviene tramite la puntura dell’insetto infetto, e in rari casi attraverso trasfusioni o trapianti, motivo per cui il Centro nazionale sangue e il Centro trapianti sono costantemente coinvolti nel monitoraggio.

La maggior parte delle persone infette non sviluppa sintomi (circa l’80%), ma nel 20% dei casi possono comparire febbre, dolori muscolari, nausea, vomito, eruzioni cutanee. Nei casi più gravi, specialmente in persone anziane o immunocompromesse, il virus può portare a encefalite o meningite, come accaduto alla donna deceduta nel Lazio.

Secondo l’Istituto Superiore di Sanità, non esiste un vaccino né una cura specifica. La prevenzione si basa interamente sul controllo delle zanzare e sull’adozione di misure di protezione individuale.

Virus West Nile: contagi autoctoni e zone a rischio

I sei casi attualmente confermati nel Lazio – a Latina, Priverno, Fondi e Cisterna – sono tutti autoctoni, ovvero non provenienti da altre regioni o Paesi. Le persone infette sono state punte in zona, e non c’è alcun legame diretto tra loro.

Due pazienti, un uomo di 63 anni e uno di 72, sono in condizioni critiche, aggravate dalla presenza di patologie pregresse. Il virus sta dunque circolando localmente, soprattutto nelle aree umide e rurali, ideali per la proliferazione della zanzara Culex.

Virus West Nile: cosa prevede il piano di prevenzione 2020–2025

In risposta all’aumento dei casi, la Regione Lazio ha attivato una cabina di regia per coordinare le disinfestazioni, la sorveglianza e l’allerta ai medici di base e ai pronto soccorso. Anche il Ministero della Salute ha confermato il monitoraggio continuo in collaborazione con l’Istituto Superiore di Sanità, nell’ambito del Piano nazionale di prevenzione, sorveglianza e risposta alle arbovirosi 2020–2025.

In parallelo, l’Istituto Zooprofilattico Sperimentale Lazio e Toscana ha avviato una serie di campionamenti di sangue su umani e cavalli nel raggio di 5 km dal focolaio di Fondi, per misurare la reale diffusione del virus. Verranno anche installate trappole entomologiche per catturare e analizzare le zanzare della zona.

Come proteggersi dal virus West Nile

I casi sono in aumento in Italia, ma come ha precisato l’infettivologo Matteo Bassetti: «Non esiste una cura» e la sfida si gioca sulla prevenzione.

Le raccomandazioni principali:

  • Usare repellenti efficaci sulla pelle esposta

  • Installare zanzariere alle finestre

  • Evitare i ristagni d’acqua nei sottovasi, grondaie, secchi, fontane

  • Indossare indumenti chiari e a maniche lunghe all’aperto, soprattutto all’alba e al tramonto

  • Segnalare eventuali sintomi (febbre improvvisa, confusione, rigidità del collo) in caso di puntura

Virus West Nile: perché è importante parlarne adesso

Con l’estate ormai entrata nel vivo e l’aumento delle temperature, è fondamentale non sottovalutare le malattie trasmesse da vettori come le zanzare, specialmente in regioni che finora non erano considerate ad alto rischio. Come dimostra il caso del Lazio, il virus West Nile non è più un problema solo del Nord Italia.

Parlare di questo virus, oggi, non è allarmismo. È prevenzione consapevole. Sapere come si trasmette, chi è più esposto, e come difendersi può salvare vite. E ci ricorda ancora una volta quanto la salute pubblica e ambientale siano strettamente intrecciate.

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