West Nile, due nuove vittime in Italia: cosa sappiamo del virus trasmesso dalle zanzare
Nel Lazio e in Campania salgono a quattro i decessi nel 2025. L’80% dei contagi è asintomatico, ma per le persone fragili può essere letale.

Nel Lazio e in Campania salgono a quattro i decessi nel 2025. L’80% dei contagi è asintomatico, ma per le persone fragili può essere letale.
Nel 2025 sono salite a quattro le vittime causate dal virus West Nile in Italia. Gli ultimi due casi si sono verificati nel Lazio e in Campania: a Roma è deceduto un uomo di 77 anni, trapiantato di cuore e con patologie pregresse, mentre a Caserta è morto un 80enne affetto da gravi problemi di salute. Entrambi avevano soggiornato o risiedevano in aree dove erano stati confermati altri casi di infezione.
La Regione Lazio ha registrato un totale di 44 casi confermati nel 2025, con una netta concentrazione nella provincia di Latina (41), due nella provincia di Roma e uno relativo a una persona con esposizione probabile in provincia di Caserta. Solo oggi sono stati segnalati 16 nuovi contagi, 4 dei quali con sindrome neurologica.
Parallelamente, anche in Campania la situazione resta delicata, con otto ricoverati al 23 luglio. Il virus ha colpito soprattutto il Casertano, dove le autorità locali hanno già avviato campagne straordinarie di disinfestazione in parchi pubblici e zone umide.
L’Istituto Superiore di Sanità spiega che nel 80% dei casi l’infezione è asintomatica. Solo nell’1% dei pazienti possono verificarsi forme gravi con complicanze neurologiche come meningiti o encefaliti. Il virus non si trasmette da persona a persona, ma è veicolato dalle zanzare del genere Culex, più attive nelle ore serali e notturne.
Secondo il virologo Fabrizio Pregliasco, la vera preoccupazione attuale è l’espansione dei focolai in zone finora mai colpite, come il Lazio. “Il tasso di mortalità resta basso – circa 1 su 1000 – ma le persone immunodepresse o con patologie croniche sono a rischio maggiore”, ha dichiarato all’ANSA.
Le misure di prevenzione raccomandate includono:
uso di repellenti antizanzare, soprattutto all’alba e al tramonto;
indossare indumenti chiari e coprenti;
evitare ristagni d’acqua, dove le zanzare depongono le uova.
A livello istituzionale, il Ministero della Salute ha esteso l’obbligo del test West Nile per tutti i donatori di sangue e rafforzato la sorveglianza anche sugli animali, in particolare i cavalli, che possono fungere da sentinella dell’infezione.
Nonostante le rassicurazioni, crescono le critiche per una gestione definita “lenta e poco coordinata”. Alessio D’Amato, capogruppo di Azione nel Consiglio regionale del Lazio, ha denunciato la mancanza di un piano di disinfestazione trasparente, sottolineando come le attività di monitoraggio stiano procedendo “molto lentamente”.
La sorveglianza è stata intensificata anche a livello veterinario, con controlli nelle ASL di Roma 5, Frosinone, Latina e Castelli Romani. Resta centrale il ruolo dei Comuni, chiamati ad agire tempestivamente per ridurre la presenza di insetti nelle aree pubbliche.
Come ha sottolineato Pregliasco, con il caldo e l’umidità dell’estate, l’espansione delle zanzare infette è probabile. Per questo è fondamentale che le misure di prevenzione individuale e collettiva vengano potenziate subito, per evitare che un virus “noto ma spesso trascurato” si trasformi in una vera e propria emergenza sanitaria.
21 Lug 2025 alle 09:18 – Si chiamava Filomena Di Giovangiulio, aveva 82 anni e viveva a Nerola, in provincia di Roma. È la prima vittima del virus West Nile in Italia nel 2025. Colpita probabilmente da una zanzara infetta durante una breve vacanza nell’entroterra pontino, la donna è stata ricoverata in gravi condizioni e sottoposta a test specifici che hanno confermato il contagio. È morta all’ospedale San Giovanni di Dio di Fondi a causa di complicazioni neurologiche.
Secondo quanto riportato da La Repubblica, non aveva patologie pregresse. La morte è avvenuta rapidamente, a riprova della possibile aggressività del virus anche su organismi apparentemente sani.
Il virus West Nile (WNV) è un virus trasmesso esclusivamente dalle zanzare, in particolare da quelle del genere Culex (non dalla zanzara tigre), e non si trasmette da persona a persona. Il contagio avviene tramite la puntura dell’insetto infetto, e in rari casi attraverso trasfusioni o trapianti, motivo per cui il Centro nazionale sangue e il Centro trapianti sono costantemente coinvolti nel monitoraggio.
La maggior parte delle persone infette non sviluppa sintomi (circa l’80%), ma nel 20% dei casi possono comparire febbre, dolori muscolari, nausea, vomito, eruzioni cutanee. Nei casi più gravi, specialmente in persone anziane o immunocompromesse, il virus può portare a encefalite o meningite, come accaduto alla donna deceduta nel Lazio.
Secondo l’Istituto Superiore di Sanità, non esiste un vaccino né una cura specifica. La prevenzione si basa interamente sul controllo delle zanzare e sull’adozione di misure di protezione individuale.
I sei casi attualmente confermati nel Lazio – a Latina, Priverno, Fondi e Cisterna – sono tutti autoctoni, ovvero non provenienti da altre regioni o Paesi. Le persone infette sono state punte in zona, e non c’è alcun legame diretto tra loro.
Due pazienti, un uomo di 63 anni e uno di 72, sono in condizioni critiche, aggravate dalla presenza di patologie pregresse. Il virus sta dunque circolando localmente, soprattutto nelle aree umide e rurali, ideali per la proliferazione della zanzara Culex.
In risposta all’aumento dei casi, la Regione Lazio ha attivato una cabina di regia per coordinare le disinfestazioni, la sorveglianza e l’allerta ai medici di base e ai pronto soccorso. Anche il Ministero della Salute ha confermato il monitoraggio continuo in collaborazione con l’Istituto Superiore di Sanità, nell’ambito del Piano nazionale di prevenzione, sorveglianza e risposta alle arbovirosi 2020–2025.
In parallelo, l’Istituto Zooprofilattico Sperimentale Lazio e Toscana ha avviato una serie di campionamenti di sangue su umani e cavalli nel raggio di 5 km dal focolaio di Fondi, per misurare la reale diffusione del virus. Verranno anche installate trappole entomologiche per catturare e analizzare le zanzare della zona.
I casi sono in aumento in Italia, ma come ha precisato l’infettivologo Matteo Bassetti: «Non esiste una cura» e la sfida si gioca sulla prevenzione.
Usare repellenti efficaci sulla pelle esposta
Installare zanzariere alle finestre
Evitare i ristagni d’acqua nei sottovasi, grondaie, secchi, fontane
Indossare indumenti chiari e a maniche lunghe all’aperto, soprattutto all’alba e al tramonto
Segnalare eventuali sintomi (febbre improvvisa, confusione, rigidità del collo) in caso di puntura
Con l’estate ormai entrata nel vivo e l’aumento delle temperature, è fondamentale non sottovalutare le malattie trasmesse da vettori come le zanzare, specialmente in regioni che finora non erano considerate ad alto rischio. Come dimostra il caso del Lazio, il virus West Nile non è più un problema solo del Nord Italia.
Parlare di questo virus, oggi, non è allarmismo. È prevenzione consapevole. Sapere come si trasmette, chi è più esposto, e come difendersi può salvare vite. E ci ricorda ancora una volta quanto la salute pubblica e ambientale siano strettamente intrecciate.
Da quando sono diventata mamma sono convinta che le donne abbiano i super poteri.
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