Che il virus sia in ritirata è un fatto oggettivo, supportato dai dati che ogni giorno ci vengono forniti dalla Protezione Civile. Da ormai venti giorni si registrano sempre meno infetti, meno morti e meno ricoverati in terapia intensiva. Il professor Zangrillo, il più ottimista di tutti, afferma che “il virus clinicamente non esiste più”.

Zangrillo ieri è stato ospite di Lucia Annunziata nella trasmissione domenicale di Rai Tre “Mezz’ora in più” insieme ad altri esperti. Le sue dichiarazioni sono quelle che hanno fatto discutere di più in assoluto.

Alberto Zangrillo è il direttore della terapia intensiva dell’Ospedale San Raffaele di Milano. Nei suoi interventi ha lanciato più di una frecciatina ad alcuni suoi colleghi, che a suo avviso nelle scorse settimane avevano fatto previsioni catastrofistiche che non si sono avverate.

“Circa un mese fa sentivamo epidemiologi temere per la fine del mese, parlavano di chissà quanti posti di terapia intensiva da occupare. La realtà è che dal punto di vista clinico il virus non esiste più. Lo dice uno studio del San Raffaele, dal virologo direttore dell’Istituto di virologia, il professor Clementi e il professor Silvestri di Atlanta”, questo il passaggio più discusso della sua intervista con Lucia Annunziata.

Zangrillo, poi, fa un’altra affermazione molto forte: a suo avviso la carica virale, dal punto di vista quantitativo, dei tamponi fatti negli ultimi 10 giorni è “assolutamente infinitesimale” rispetto a quelli che venivano effettuati uno o due mesi fa. Dunque i malati ci sono ma per loro il virus è meno virulento rispetto a qualche settimana fa.

“Parlo consapevole del dramma che hanno vissuto i pazienti che non ce l’hanno fatta. Il virus dal punto di vista clinico non esiste più, ci metto la firma”.

Dichiarazioni che non si scostano in maniera eccessiva da quelle rilasciate pochi giorni fa dal dottor Bassetti, che aveva dichiarato che il virus da qualche tempo si è “indebolito”.

In molti hanno replicato alle dichiarazioni oggettivamente clamorose di Zangrillo. Tra questi c’è Franco Locatelli, presidente del Consiglio superiore di sanità e membro del Comitato tecnico-scientifico, che ha invitato a guardare ai numeri di nuovi casi giornalieri (+355) in Italia (oltre agli 80 morti registrati ieri 31 maggio), un segno evidente che “il virus circola ancora” nel nostro paese.

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