1 su 10 dei neonati sotto i 6 mesi morti ha contratto il virus sinciziale (RSV)
Un nuovo studio ha rilevato che quasi 1 su 10 di tutti i bambini deceduti sotto i 6 mesi è morto dopo aver contratto il virus respiratorio sinciziale (RSV).
Un nuovo studio ha rilevato che quasi 1 su 10 di tutti i bambini deceduti sotto i 6 mesi è morto dopo aver contratto il virus respiratorio sinciziale (RSV).
Secondo i dati riportati da Medicalxpress, sono circa 120.000 i bambini che muoiono di RSV ogni anno. In particolare, i bambini più a rischio sono quelli che vivono in comunità a basso e medio reddito.
L’RSV è un virus molto comune, soprattutto nei bambini, che produce sintomi simili al raffreddore, ed è nella maggioranza dei casi un fastidio per le persone che lo contraggono. Per i bambini sotto i 6 mesi, e specialmente i bambini in comunità con accessi limitati alle cure mediche, però, può essere molto pericoloso.
Secondo un nuovo studio condotto dai ricercatori della Boston University School of Public Health (BUSPH), pubblicato su The Lancet Global Health, il tasso di mortalità dell’RSV è molto alto contando anche i bambini nelle fasce di basso e medio reddito: si tratta, infatti, di circa 1 bambino deceduto su 10, sotto i 6 mesi d’età.
In particolare, lo studio ha rilevato che, studiando i pazienti nelle strutture ospedaliere e nelle comunità, il virus era presente nel 7-9% dei bambini di età inferiore ai 6 mesi ed era concentrato principalmente nei bambini di età inferiore a 3 mesi.
Riguardo al perché questo virus colpisca principalmente i piccoli inferiori ai 3 mesi d’età, il ricercatore principale dello studio, il dott. Christopher Gill, professore associato di salute globale presso BUSPH, ha spiegato alla stampa: “Questi i bambini molto piccoli con vie aeree molto piccole sono particolarmente a rischio di infezioni da RSV. In secondo luogo, entrambi i nuovi strumenti proposti per prevenire le infezioni da RSV – vaccinazioni materne e anticorpi monoclonali infantili – saranno più efficaci subito dopo la nascita e potrebbero svanire dopo“.
Questo studio di sorveglianza della mortalità per RSV post mortem è il primo del suo genere a misurare direttamente le morti infantili per RSV nelle comunità con accessi limitati alle cure.
Per il progetto, Gill e i suoi colleghi hanno collaborato con il personale dell’obitorio locale di Lusaka, in Zambia, per ottenere il consenso per un tampone nasale e un test PCR sui neonati provenienti da famiglie che hanno perso un bambino di età compresa tra quattro giorni e sei mesi.
I ricercatori hanno fatto gli studi su 2.286 bambini deceduti: circa il 72% dei decessi si è verificato in bambini di età inferiore a 3 mesi.
Al momento non esiste un vaccino approvato per l’RSV, ma sono in corso delle prove.
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