12 anni dopo il femminicidio di Melania Rea parla il fratello: la figlia ha cambiato il cognome

La donna è stata ritrovata senza vita il 21 aprile 2011, tre giorni dopo la denuncia fatta dal marito, Salvatore Parolisi, che sta ora scontando una condanna a 20 anni nel carcere di Bollate per omicidio.

A distanza di 12 anni è ancora forte il dolore dei familiari di Melania Rea, ritrovata senza vita a Ripe di Civitella, in provincia di Teramo. il 21 aprile 2021, tre giorni dopo la denuncia di scomparsa effettuata dal marito, Salvatore Parolisi, che si trovava con lei e la loro bambina di 18 mesi sul pianoro di Colle San Marco per una gita. L’uomo, che ha sempre negato ogni responsabilità, è stato condannato in via definitiva a 20 anni di carcere dopo quattro processi: sulla base della ricostruzione dei giudici, la donna, che all’epoca aveva 29 anni, è stata uccisa con 35 coltellatein un dolo d’impeto“. La vittima sarebbe inoltre stata lasciata a terra ancora agonizzante.

Non si è mai riusciti a rinvenire l’arma da punta e taglio utilizzata per il delitto, né a risalire all’identità dell’uomo che aveva contattato la polizia per segnalare la presenza del corpo. La telefonata era stata fatta da un uomo con spiccato accento teramano, probabilmente di mezza età, da una cabina telefonica situata a piazzale San Francesco e si era rivelata determinante per ritrovare il corpo di Melania Rea.

La famiglia della vittima si è occupata in questi anni della bambina, Vittoria, che ha nel frattempo cambiato cognome: ora infatti si chiama Vittoria Rea. Parolisi sta scontando la sua pena nel carcere di Bollate, ma sono davvero pochissime le notizie che trapelano su di lui, come ha confermato Michele Rea, il fratello di Melania, convinto che difficilmente una volta tornato libero lui possa essere interessato a rivedere la figlia.

“Purtroppo quella stessa legge che prevede tanti diritti, a noi non consente di sapere nulla su di lui – sono le parole di Michele Rea a Il Messaggero – Non credo che quando uscirà dal carcere verrà a cercare sua figlia perché se ci avesse tenuto a lei, noi adesso non staremmo neanche parlando e Melania sarebbe ancora viva”. 

Ora la bambina non è più sola, ma può contare sulla compagnia del cugino, figlio di Michele, nato da due anni fa, con cui sembra andare davvero d’accordo. “Mia nipote gli fa da sorella maggiore. Posso davvero dire che con lei stiamo tutti facendo un buon lavoro. È bravissima a scuola e ci dà tante soddisfazioni”. 

Il fratello di Melania Rea non dimentica le tante famiglie che soffrono come loro per la perdita di una persona cara a causa di un femminicidio ed è convinto che ci siano diversi aspetti da modificare a livello normativo per sentirsi più tutelati: “Voglio ricordare le tante, troppo vittime di femminicidio che ancora leggiamo – dice – Non è possibile che dopo questi fatti, però, siano le vittime e le loro famiglie a doversi sempre difendere dagli assassini”. 

Nonostante il tempo dall’omicidio sia passato, il rapporto tra i Rea e l’avvocato che li ha assistiti, Mauro Gionni, continua a essere forte: “Ci siamo risentiti telefonicamente proprio in questi giorni perché gli ho voluto manifestare la mia vicinanza – ha detto il legale – La decisione di far cambiare il cognome alla bambina, che poi non è più una bambina, la reputo giusta. D’altronde, hanno ottenuto l’autorizzazione ed è tutto legale”.

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