18enne arrestato: avrebbe spinto al suicidio Andrea Prospero, morto a Perugia lo scorso gennaio

Il 18enne avrebbe istigato Prospero al suicidio, attraverso alcune chat Telegram esaminate dalla Polizia Postale.

“Guarda che stai parlando con un morto”, e ancora “Mandali giù (riferendosi ai farmaci) con il vino, vedrai che non sentirai dolore, avvertirai anzi solo piacere”. Sono questi alcuni dei messaggi che gli investigatori avrebbero trovato nella chat Telegram tra un 18enne, oggi agli arresti, e Andrea Prospero, il 19enne trovato senza vita lo scorso 24 gennaio in un monolocale di via Prospetto, a Perugia, dove studiava informatica.

Il 18enne è stato arrestato negli scorsi giorni con l’accusa di istigazione al suicidio: gli inquirenti pensano infatti che proprio quelle conversazioni potrebbero aver spinto Prospero, originario di Lanciano, in Abruzzo, a togliersi la vita con una overdose di farmaci, cinque giorni dopo che la sorella ne aveva denunciato la scomparsa.

L’identità del ragazzo, appena maggiorenne, non è ancora stata resa nota, ma secondo le ipotesi della Procura perugina, guidata da Raffaele Cantone, proprio a lui Prospero potrebbe aver indicato più volte l’intenzione di suicidarsi, confidandogli i suoi problemi. Il 18enne lo avrebbe incoraggiato a compiere quel gesto estremo, suggerendogli anche il modo, attraverso l’assunzione di oppiacei, e non avrebbe chiamato i soccorsi quando si è accorto di non sentire più il ragazzo da giorni, anzi si sarebbe solo preoccupato di poter essere scoperto.

Ma secondo Procura e Squadra Mobile gli ultimi messaggi tra i due risalirebbero proprio ai giorni precedenti la tragedia, quando il 18enne avrebbe consigliato alla vittima di usare una corda, effettivamente trovata nel mobile del bagno del monolocale in cui alloggiava.

Sono però ancora tanti i dubbi da chiarire, per gli inquirenti, in primis riguardanti la possibilità che a quelle chat Telegram partecipassero più persone. L’ipotesi valutata è che soprattutto le ultime chat possano essere state lette da terzi, senza che nessuno intervenisse per dissuadere Andrea Prospero dal togliersi la vita o avvertisse forze dell’ordine e famiglia. Da chiarire anche come siano iniziati i contatti tra i due: non è infatti ancora definito se in questi gruppi Telegram si possa accedere solo tramite invito, o se ci sia invece libero accesso a tutti.

Nel frattempo la Procura ha iscritto nel registro degli indagati un altro giovane, che, sempre via web, avrebbe venduto i farmaci letali alla vittima; nella sua abitazione, al momento dell’arresto, sarebbero stati trovati 10 mila euro.

Il legale dalla famiglia Prospero, Carlo Pacelli, a LaPresse ha detto: “Andrea Prospero si era confidato pensando di aver trovato online un amico, ma questa persona era tutt’altro che un amico. Andrea si è confidato, ha raccontato delle sue fragilità, dei suoi disagi e dall’altra parte invece di un conforto ha trovato qualcuno che ha rafforzato i suoi propositi di farla finita. Addirittura quando era sul punto di lasciar perdere perché gli mancava il coraggio di farlo, questa persona lo ha ‘aiutato’ a mettere in atto i suoi propositi inconfessabili. Tutta questa vicenda accende un allarme sui pericoli del web”.

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