"A 3-4 anni in orfanotrofio cantavo", la storia di Andre (Andrea Mandelli) di Amici

Il ragazzo è stato adottato a dieci anni ed è felice con la sua famiglia, che lo sta supportando nella sua passione per il canto, nata diverso tempo fa. Ora si augura di farsi conoscere dal pubblico del talent show.

Partecipare ad Amici rappresenta certamente un’ottima occasione per crescere e provare a costruire una carriera come cantante o ballerino, ma allo stesso tempo è un’opportunità per farsi conoscere dal pubblico, che non può che affezionarsi agli allievi della scuola. Tra i ragazzi che hanno iniziato a raccontare la sua storia c’è Andre (Andrea Mandelli), che ha conquistato il banco grazie ad Arisa. La cantante, infatti, crede fortemente nel suo talento e non ha esitato a volerlo nella sua squadra.

Il ventenne ha voluto aprirsi con i suoi compagni e ha parlato del passato non semplice che ha alle spalle. Lui, infatti, è stato adottato e fino a dieci anni ha vissuto in vari orfanotrofi. Un’esperienza certamente non semplice, ma grazie alla quale ha scoperto la sua passione per il canto.

Ho iniziato a fare musica a causa della solitudine – ha raccontato in casetta – Ho iniziato a cantare forse a 3-4 anni in orfanotrofio in Ucraina. E da lì poi ho cambiato diversi istituti. Tra un orfanotrofio e l’altro sentivo di dover emettere qualcosa che sentivo dentro. Da lì ho poi iniziato a cantare per solitudine perché quando eravamo in istituto eravamo sette compagni su trecento bambini in Ucraina e io ogni tre per due mi nascondevo dalle maestre e iniziavo a canticchiare in un angolino. Per i loro canoni anche cantare era brutto. Io continuavo a scappare e cantavo a prescindere. Quindi si sono arresi. Le maestre con il direttore dell’istituto hanno cercato dei concorsi di musica”.

Nonostante tutto, Andre non ha rimpianti ed è felice della famiglia che ha ora, che lo sta supportando nel portare avanti la sua passione. “Ritengo di essere fortunato sia con la musica sia con la vita perché a 10 anni non ti adottano perché sei già grande. Sono arrivate queste due persone sconosciute, che ora si chiamano mamma e papà. ‘Ti vogliamo portare via. Siamo tua mamma e tuo papà!’, mi hanno detto. Io non sapevo nemmeno cosa volesse dire. Ci hanno messo cinque anni per adottarmi e non sapevano che bimbo gli potesse arrivare. Io ho detto ‘vabbuò’, tanto peggio di così non si poteva stare. Per me non era peggio della normalità. Facciamo una scelta rischiosa, vado via con queste persone però a una condizione: potere studiare canto”.

Il giovane, che ha rappresentato l’Italia al Tour Music Fest, il concorso europeo per cantanti emergenti, ha già le idee chiare sul suo futuro: “Sono molto competitivo, voglio vivere di musica e prima o poi riuscirò ad affermarmi”, ha detto in trasmissione.

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