Aborto eliminato dalla bozza di conclusioni del G7: l'ennesimo attacco del governo indigna l'Europa

Il punto sul diritto all'aborto sarebbe stato eliminato dalla bozza di conclusioni del G7 apertosi in Puglia, con la presidenza italiana, scatenando le reazioni di opposizione e altri Paesi.

Ennesima stoccata del governo Meloni al diritto all’aborto, eliminato dalla bozza delle conclusioni presentati agli altri Paesi che prenderanno parte al G7, il quale si aprirà oggi nel resort Borgo Egnazia, a Savelletri, Fasano, in Puglia, e a cui parteciperà eccezionalmente anche Papa Francesco.

Il caso nasce dalle dichiarazioni finali del vertice di Hiroshima, nel 2023, con l’accordo dei 7 Stati partecipanti al “pieno impegno per assicurare salute e diritti sessuali riproduttivi completi per tutti”, anche in relazione all'”accesso all’aborto sicuro e legale e alle cure post-aborto”; la scelta del governo ha chiaramente causato le reazioni avverse di molti Paesi del G7, in primis la Francia, dove da qualche tempo l’aborto è diventato un diritto inserito nella Costituzione, che insieme al Canada sta spingendo per dare una maggiore definizione nel documento sul diritto di interruzione di gravidanza.

Ma la reazioni non sono mancate neppure dai partiti di opposizione interni; Elisabetta Piccolotti di Avs dice che “Probabilmente  il governo non vuole un riferimento così forte perché in Italia non c’è un accesso effettivo all’aborto in tutti i territori. C’è una percentuale di obiettori che rende in molte province italiane impossibile effettuare l’interruzione di gravidanza. Sancire il principio dell’accesso effettivo e sicuro all’aborto significherebbe rivedere i servizi italiani”; Gilda Sportiello, deputata del M5S che in aula ha confessato di aver fatto ricorso all’aborto, parla di “attacco globale contro i diritti, c’è un attacco diretto ai nostri corpi. Il diritto all’aborto è diritto alla salute, diritto all’autodeterminazione, diritto di scelta sulle nostre vite. Continueremo a combattere e non ci fermerete”.

La deputata Pd Michela Di Biase si augura invece che “nessuno Stato chieda di eliminare il riferimento ad un aborto sicuro e legale, sarebbe inaccettabile. Dopo aver visto finanziare la presenza dei pro vita nei consultori pubblici sarebbe l’ennesimo attacco a un diritto sacrosanto delle donne”, mentre Carla Taibi di +Europa ricorda che “Giorgia Meloni aveva assicurato che non avrebbe mai toccato la libertà di scelta delle donne sull’aborto. Tuttavia, le sue azioni raccontano una storia diversa. Ha certamente influenzato le dichiarazioni internazionali sul tema e in Italia ha promosso iniziative che rendono sempre più difficile per le donne esercitare il loro diritto di scelta”.

Dopo la diffusione della notizia è arrivata prontamente anche la replica del governo, che in una nota ha fatto sapere che “Nessuno Stato ha chiesto di eliminare il riferimento alle questioni relative all’aborto dalla bozza delle conclusioni del vertice G7, così come riportato da alcuni organi di stampa in una fase in cui le dinamiche negoziali sono ancora in corso. Tutto quello che entrerà nel documento conclusivo sarà un punto di caduta finale frutto di un negoziato fra i membri G7”.

L’orientamento del governo rispetto al diritto a interrompere la gravidanza appare tuttavia piuttosto ben delineato, come provato dall’emendamento al “decreto Pnrr” (bocciato dalla stessa Ue) che avrebbe voluto inserire i Pro vita nei consultori.

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