In Francia l'aborto è diventato "diritto irreversibile"

Il Parlamento francese si è espresso a favore del disegno di legge, inserendo il diritto a interrompere volontariamente la gravidanza nella propria Carta fondamentale.

In Francia l’aborto è appena diventato diritto costituzionale.  I 925 parlamentari francesi, deputati e senatori, riuniti in Congresso nella reggia di Versailles ne hanno approvato l’inserimento nella Costituzione, facendo così diventare il Paese il primo ad avere il diritto all’interruzione volontaria di gravidanza nella propria Carta fondamentale.

780 i voti favorevoli e appena 72 i contrari: entrambi i rami del Parlamento, l’Assemblea Nazionale e il Senato, hanno già adottato un disegno di legge che modifica l’articolo 34 della Costituzione, garantendo alle donne il diritto a interrompere volontariamente la gravidanza. Una decisione che va assolutamente in contrapposizione con le leggi iper restrittive approvate invece in Polonia, Ungheria e in alcuni stati degli USA.

Aurore Bergé, ministra francese per l’uguaglianza di genere, ha espresso la speranza che la misura adottata in Francia possa ispirare anche altri Paesi della UE. Non era affatto un voto scontato, e già quando il Senato si era espresso favorevolmente a discutere del disegno di legge, lo scorso febbraio, il presidente Emmanuel Macron aveva commentato su X: “Mi sono impegnato a rendere irreversibile la libertà delle donne di ricorrere all’interruzione di gravidanza inscrivendola nella Costituzione. Dopo l’Assemblea nazionale, il Senato fa un passo decisivo”.

L’emendamento era stato votato dall’Assemblea Nazionale, la camera bassa del parlamento francese, nel gennaio 2024 con 493 voti favorevoli e 30 contrari.

Il consenso generale per tale decisione riflette il sentimento prevalente dell’opinione pubblica: secondo un’indagine condotta dalla società di sondaggi francese Ifop nel novembre 2022, l’86% dei francesi era favorevole all’inserimento dell’aborto tra i diritti costituzionali. L’emendamento era stato proposto nel 2022, in risposta all’annullamento della legge Roe v Wade negli Stati Uniti, che nel 1973 aveva reso l’aborto un diritto costituzionale.

Questa è una vittoria femminista storica!”, commenta la senatrice Mélanie Vogel con un tweet. “Il Senato vota a favore della costituzionalizzazione dell’aborto. Questa vittoria è soprattutto quella delle femministe, delle associazioni e degli attivisti che non si sono arresi”.

Diversa, invece, la reazione di alcuni esponenti cattolici, in primis la Pontificia Accademia per la Vita e la Conferenza Episcopale francese (Cef), la quale, commentando la nuova legge, ha voluto ricordare che “l’aborto, che rimane un attentato alla vita fin dall’inizio, non può essere visto esclusivamente nella prospettiva dei diritti delle donne. Si rammarica che il dibattito avviato non abbia menzionato le misure di sostegno per coloro che vorrebbero tenere il proprio figlio”.

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