Gli è stato negato il cellulare, una punizione che accomuna molti adolescenti, e lui ha ammazzato tutta la sua famiglia.

È successo in Brasile, a Vila Jaguara, San Paolo, dove un sedicenne ha ucciso a colpi d’arma da fuoco Isac Tavares Santos, 57 anni, Solange Aparecida Gomes, 50 anni, e la sorella coetanea. Il ragazzo, adottato dalla coppia, ha confessato gli omicidi spiegando che gli era stato tolto il telefono; per lui ora le accuse sono di omicidio, femminicidio, possesso illegale di un’arma da fuoco vietata e vilipendio di cadavere.

Ad avvertire le forze dell’ordine proprio il ragazzo, dopo la mattanza nella loro casa; quando la polizia è intervenuta nella residenza, i corpi erano in stato di decomposizione. L’adolescente ha sparato per primo al padre, una guardia municipale, usando la sua pistola; l’uomo è stato colpito alla schiena mentre si trovava in cucina. Subito dopo è stata la volta della sorella, che allertata dallo sparo, è corsa dal padre. Il fratello l’ha colpita al volto, prima di andare tranquillamente in palestra.

Rientrato a casa, si è infine accanito silla madre, aspettando il suo ritorno. Dopodiché, si è accanito su uno dei corpi conficcandovi un coltello.

Adesso il ragazzo è stato trasferito alla Casa Fundação, un centro rieducativo per giovani con problemi di salute mentale o in stato di privazione della libertà, dove tuttavia, secondo il parere dei giuristi brasiliani, può rimanere solo per un massimo di tre anni, dove sarà valutato ogni sei mesi per capire se sarà possibile reintegrarlo in società. Questo sempre che i giudici arrivino a un sentenza entro 45 giorni, durata massima della prima misura cautelare, altrimenti il ragazzo potrebbe tornare libero, in accordo con quanto scritto nello Statuto dell’infanzia e adolescenza.

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