Le donne Afghane protestano a Kabul

“Riaprite le scuole” è stato uno degli slogan delle manifestanti a cui i talebani hanno sottratto i telefoni cellulari per impedire di riprendere la protesta. Il corteo composto da poche ragazze è un’azione simbolica per tutto il Paese.

Le donne Afghane si ribellano di fronte alle ingiustizie. Alcune decine di ragazze hanno sfidato il regime dei Talebani in Afghanistan, inscenando una protesta a Kabul per chiedere “pane, lavoro e libertà” e cercando di fare pressione per il diritto all’istruzione femminile.

 Lo hanno riferito diverse fonti giornalistiche locali. Le manifestanti al grido di “L’istruzione è un mio diritto. Riaprite le scuole”, hanno marciato per alcune centinaia di metri prima di disperdersi. I miliziani talebani in abiti civili hanno sequestrato loro i telefonini per impedire di riprendere della protesta. Molte di queste donne erano a volto coperto come imposto dalle recenti disposizioni dei fondamentalisti, tornati al potere lo scorso agosto.

I diritti femminili in Afghanistan sono cambiati in maniera significativa nel corso degli ultimi anni, in particolare nella fase tra il 2001, con la caduta del regime talebano, il quale aveva imposto terribili limitazioni ai loro danni, e il successivo ritorno dei Talebani nel 2021. Dopo le numerose guerre civili e i vari cambiamenti di regime, i diritti e le tutele sono stati spesso ostacolati dai religiosi integralisti, i quali hanno avuto il potere in diverse epoche storiche.

Gli integralisti, hanno bollato come “infondati” i timori per le sorti del Paese, dopo il ritiro delle forze internazionali. Il Consiglio di Sicurezza Onu ha espresso:

“Profonda preoccupazione per la crescente erosione del rispetto dei diritti umani e delle libertà fondamentali di donne e ragazze”.

Ma l’appello del Consiglio di Sicurezza a fare marcia indietro rispetto alle restrizioni imposte alle afghane, non è servito a niente. Continuano a istituire limitazioni all’accesso all’istruzione, al lavoro, alla libertà di movimento e alla partecipazione alla vita pubblica. Soprattutto, si cerca di sollecitare la riapertura delle scuole per tutte le alunne a cui è stato proibito il diritto all’istruzione.

 

 

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