La situazione in Afghanistan non è certo delle più rosee, anzi, la presa di Kabul da parte dei talebani sta minando ulteriormente, se possibile, un contesto già di per sé molto precario. Secondo l’UNICEF, solo a ottobre più di 682.000 afghani hanno lasciato le loro case in cerca di cibo, lavoro e sicurezze.

Ma le condizioni di estrema indigenza spesso sono così gravi che per molte famiglie non c’è scelta: devono accettare di dare le loro figlie in sposa a qualche uomo benestante, seppur spesso siano molto piccole. E a contribuire alla scelta forzata ci sono anche la siccità e, in generale, tutti gli effetti legati al cambiamento climatico.

Negli ultimi cinquant’anni le temperature nel Paese sono aumentate quasi del doppio rispetto al livello globale, portando a siccità prolungate, con conseguenze devastanti per la popolazione che guadagna lavorando la terra.

In un rapporto pubblicato lo scorso giugno, il Consiglio norvegese per i rifugiati, che gestisce programmi nei campi per sfollati in tutto l’Afghanistan, ha rilevato come moltissime famiglie siano dovute ricorrere ai matrimoni combinati e al lavoro minorile.

“Gli studi dimostrano che c’è stato un aumento del numero di eventi di siccità e inondazioni e, poiché gli afgani dipendono in gran parte dall’agricoltura, sono direttamente colpiti da queste condizioni”, ha spiegato Assem Mayar, dell’Università di Stoccarda, che si occupa di gestione delle risorse idriche. In alcune regioni, le precipitazioni sono diminuite dal 1950 al 2010 fino al 30%, mentre la temperatura media annuale è aumentata più del doppio rispetto al livello globale.

Secondo un rapporto datato 2016 delle Nazioni Unite nel Paese la siccità annuale potrebbe diventare probabilmente la norma entro il 2030, piuttosto che un evento temporaneo o ciclico, “Ciò sarà dovuto principalmente alle temperature più elevate che portano a una maggiore evapotraspirazione e a una maggiore domanda di acqua per colture e bestiame”. L’Organizzazione internazionale per le migrazioni (OIM), un’agenzia delle Nazioni Unite che monitora gli sfollamenti nella regione, riferisce che attualmente quasi 3,5 milioni di afghani sono gravemente colpiti dalla siccità.

Tutto questo conduce le famiglie alla scelta più drastica: far sposare le loro figlie fin dalla più tenera età. Certo il matrimonio precoce è una piaga endemica della società afghana, ulteriormente accentuata dalle violenze talebane che hanno tolto praticamente ogni diritto acquisito alle donne. Benché non esista una stima precisa del numero di matrimoni precoci, diverse organizzazioni non governative hanno osservato un aumento di questi in concomitanza con l’aumento dei periodi di siccità. Nel 2018, ad esempio, la peggiore siccità afghana degli ultimi dieci anni ha colpito i due terzi del Paese e ha provocato lo sfollamento di 300.000 persone. Un rapporto dell’UNICEF dello stesso anno rilevava che in due province la siccità avesse esacerbato la pratica dei matrimoni precoci, con almeno 161 bambine finite in sposa.

The Atlantic ha raccolto la storia di Shukria (in questa storia conosciamo solo il nome delle protagoniste), undicenne data in sposa a un uomo con il doppio della sua età che ha garantito alla sua famiglia farina, riso e denaro.

So che mia figlia è una bambina, ed era troppo presto per sposarsi – ha spiegato la madre della bambina, Rabia, aggiungendo però di non avere altra scelta – O il suo matrimonio o i nostri funerali.

Allontanata dal marito, Rabia ha vissuto nella casa del fratello fino a quando le condizioni le hanno permesso di allevare le sue pecore, con cui riusciva a sostenere la sua famiglia; poi l’aumento delle violenze, unitamente alla siccità, li ha costretti ad abbandonare la città, trovando rifugio in un campo per sfollati interni situato fuori dalla città settentrionale di Mazar-i-Sharif. Il promesso sposo di Shukria ha garantito di dare alla sua famiglia denaro e beni per un valore pari a 6000 dollari, ma per ora ne ha versati solo la metà, e la madre della bambina ha assicurato che sua figlia non si muoverà da casa fino a quando l’intera cifra non sarà stata regolarmente pagata.

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