
Alessandro Borghese, il figlio di 19 anni mai visto e l'amore per la moglie Wilma Oliviero
Lo chef si è raccontato, parlando della storia d'amore con la moglie Wilma Oliviero ma anche del figlio 19enne riconosciuto ma mai incontrato.

Lo chef si è raccontato, parlando della storia d'amore con la moglie Wilma Oliviero ma anche del figlio 19enne riconosciuto ma mai incontrato.
La storia della “proposta di matrimonio” che proposta non era, in origine, è ormai diventata leggenda; Alessandro Borghese si diverte spesso a raccontarla: durante un viaggio aereo con l’allora fidanzata Wilma Oliviero, conosciuta all’epoca da circa sei mesi, lo chef le disse “Spostiamoci” durante una turbolenza. Ma lei capì “Sposiamoci”, e acconsentì.
La loro unione, misunderstanding a parte, dura da 17 anni, e ha portato alla nascita di Alexandra e Arizona, nel 2012 e nel 2016. “Ero a Milano per un’intervista – ha ricordato il conduttore di Quattro ristoranti parlando del primo incontro con l’attuale moglie – E chi mi doveva intervistare si chiamava Wilma. Un nome che mi ha incuriosito, mi suonava molto antico. Quando l’ho vista, devo dire che Wilma non era per niente antica”:
“Abbiamo due ragazze stupende. Io sono gelosissimo delle mie figlie – ha spiegato – Mi do i pizzicotti per stare zitto e le lascio fare”.
Tuttavia, le sue figlie non sono le uniche che ha; Borghese è infatti padre anche di un ragazzo di 19 anni, di cui, ha dichiarato, ha saputo “molto tempo dopo la sua nascita. L’ho riconosciuto e sono tuttora un puntuale sostenitore. Non ho avuto il modo di conoscerlo”. Afferma di averlo visto solo su Internet, ma di non aver ancora mai avuto un incontro fisico: “Ci sono dinamiche un po’ particolari in cui non posso entrare”, ha detto a riguardo.
Nato a San Francisco dall’attrice Barbara Bouchet e dall’imprenditore napoletano Luigi Borghese, Alessandro Borghese ha vissuto tra Roma, Parigi, Londra e New York, scegliendo alla fine di fermarsi a Milano, la città, dice dove “ho trovato l’amore, ho sposato Wilma, abbiamo messo su famiglia e ho scelto di stabilirmi in città. Sono romanissimo sotto tanti punti di vista ma ho un’attitudine milanese. Milano è l’unico luogo in cui sono preciso, puntuale”.
La carriera in cucina iniziata sulle navi, la drammatica disavventura sull’Achille Lauro, nel 1994, “al largo della Somalia, era il 1994. Avevo 18 anni. Nave in fiamme, inclinata. Mia madre accende la tv e vede la mia nave a fuoco. Chiamò anche il Presidente della Repubblica, un casino”, i tre giorni passati su un canotto, poi il boom: l’approdo in tv, sotto suggerimento, ancora una volta, della mamma: “Mia madre mi dice: c’è una mia amica che sta facendo dei provini. Arrivò la tv satellitare, Discovery e il primo canale tematico dedicato alla cucina. E poi Real Time e Cortesie per gli ospiti, che ora hanno appena riproposto: io sono l’originale però”.
Giornalista, rockettara, animalista, book addicted, vivo il "qui e ora" come il Wing Chun mi insegna, scrivo da quando ho memoria, amo Barcellona e la Union Jack.
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