"Addio vitino da vespa", "Palloncino gonfiato": il bodyshaming subito da Ambra Angiolini negli anni

L'attrice e conduttrice ha pubblicato su Instagram una serie di articoli del passato che mettono in evidenza il bodyshaming subito quando era appena un'adolescente. "Io alla fine ho vinto una guerra che non doveva nemmeno essere combattuta".

I disturbi del comportamento alimentare molto spesso interessano le fasce più giovani, perché gli adolescenti sono generalmente molto più suscettibili al giudizio esterno  e cercano disperatamente di corrispondere a quegli standard estetici che ci vengono propinati da media e, oggi, social.

Immaginate quindi cosa deve essere stato per Ambra Angiolini, che proprio nel periodo dell’adolescenza, grazie al programma cult di Gianni Boncompagni Non è la Rai, ha vissuto il suo primo, grande successo.

Angiolini non ha mai fatto mistero di aver sofferto a lungo di bulimia, ammettendo che solo la nascita della figlia Jolanda Renga l’ha salvata; e in un’intervista recente ha specificato di essere “diventata bulimica a 13 anni per un cancro dell’anima“.

Oggi, da donna che ha costruito un percorso di consapevolezza, l’attrice e conduttrice ha voluto ripercorrere la sua storia, in un post pubblicato su Instagram, parlando anche del tanto bodyshaming subito nel corso della sua carriera e dell'”ipocrisia della tv e di certa carta stampata”.

Addio vitino da vespa. Palloncino gonfiato. Nemmeno l’abito nero e la gonna lunga alla caviglia riescono a dissimulare i chili di troppo. Anche il nuovo taglio scalato sottolinea il volto paffuto. Fardello di ciccia. L’extralarge non si addice ad Ambra. Ascesa e caduta della ninfetta anni ’90: tutta colpa di qualche chilo in più.

Sono solo alcuni dei titoli dei giornali dell’epoca che commentavano l’aspetto fisico di un’Angiolini appena diciassettenne, e, come lei stessa sottolinea nel post, “probabilmente non si può più dire niente solo perché avevano già detto tanto… Troppo”.

Se in quel periodo, avevo solo 17 anni, qualcuno mi avesse fatto notare che non ero più ‘spensierata’ invece di sottolineare ovunque quanto io fossi diventata grassa, avrei cercato di tornare ad essere più ‘mia’ che di tutti. Il problema di oggi, si dice ovunque, sono gli haters, ma c’è qualcuno che molto tempo fa gli ha evidentemente fatto scuola. Questo post non è per vittimismo che lo scrivo, ma per rimettere a posto le cose. Io alla fine ho vinto una guerra che non doveva nemmeno essere combattuta.

Tra i tanti commenti al post spicca proprio quello della figlia, Jolanda Renga, che scrive

Sei sempre stata la mia risposta alla domanda ‘chi vorresti essere se potessi scegliere?’.

La discussione continua nel gruppo privato!
Seguici anche su Google News!