Ambra Angiolini: "Bulimica a 13 anni per un cancro dell'anima"

L'attrice e conduttrice ha raccontato del problema avuto da ragazzina anche in un libro, dal titolo InFame, e ha invitato a non sottovalutare il disturbo. Chi ne soffre non deve, a suo dire, essere lasciato solo.

Sono diventata bulimica a 13 anni per un cancro dell’anima“. Queste sono le parole di Ambra Angiolini in un’intervista rilasciata a Carlotta Vagnoli a Basement Café by Lavazza insieme a Jonathan Bazzi. La conduttrice ha sempre voluto avere un rapporto trasparente con il pubblico, proprio per questo ne aveva già parlato in passato, così come recentemente aveva ammesso di avere seguito un percorso di psicoterapia quando aveva concluso la storia d’amore con Massimiliano Allegri.

L’ex stella di Non è la Rai ha approfittato dell’occasione per lanciare un appello volto a non sottovalutare il disturbo, che appare ancora oggi troppo diffuso: “Non minimizzate, non la rendete la malattia delle ragazzette che vogliono essere 90-60-90. Perché è davvero ingiusto – ha detto ancora – Si chiama malattia, va curata, fa fatta ricerca

La 46enne ha inoltre voluto svelare cosa le abbia permesso di guarire, sperando che magari la sua esperienza possa essere utile agli altri. “La cosa più efficace, per me, sono stati dei biglietti lasciati da mia mamma a caso, come dico io, ad altezza vomito, in bagno, dove mi si diceva semplicemente che qualsiasi cosa avrei scelto di fare in quella situazione per lei andava bene – ha detto ancora Ambra Angiolini, che ha faticato a tenere a bada la commozione – Cioè, io ero sempre una persona giusta. E allora dico: lasciate tracce d’amore, non cercare di risolvere. Perché quella è una soluzione che troviamo noi nel nostro viaggio”. 

Avere vissuto la bulimia in prima persona l’ha spinta a essere protagonista di diverse campagne di sensibilizzazione negli ultimi anni, oltre a scrivere un libro dedicato proprio a raccontare la sua esperienza, dal titolo InFame. Proprio per questo Angiolini è convinta che sia importante non lasciare solo chi ne soffre, solo così si riuscirà a guarire: “La bulimia aveva reso il mio corpo colpevole di essere diventato diverso rispetto a quello con cui ero diventata famosa – ha detto recentemente in un’intervista a 7 del Corriere della Sera – Alla gente interessava solo che tornassi magra, mentre io stavo facendo i conti con la voragine che avevo dentro. La bulimia è come avere un tumore all’anima. Non c’è una cura immediata, uguale per tutti: è un processo personale che va attraversato fino in fondo. Se ti anestetizzi la malattia diventa te e non te la levi più di dosso. Alle ragazze dico: ‘Cominciate a sfilarvela e a tenervela accanto. Farà un pezzo di strada con voi ma a un certo punto le lascerete la mano e se ne andrà’. 

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