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A cura di Natascia Alibani - 13 Dicembre 2018 alle 16:05

Quando la scure della censura si abbatte su qualche programma televisivo la polemica è quasi istantanea; perché al diritto di opinione e di manifestazione artistica, espressa talvolta con la proposizione di scene che possono essere giudicate particolarmente scandalose o crude, o dalle cosiddette “licenze poetiche”, si contrappone quello, altrettanto legittimo, di chi ritiene sconveniente mostrarle, soprattutto a un determinato pubblico o in una determinata fascia oraria.
Certo, il rischio di scadere in facili moralismi o in un eccesso di pruderie è dietro l’angolo, se si pensa che ancora a metà degli anni Settanta a finire sotto la lente d’ingrandimento della “morsa censoria”, cattolica ma non solo, erano anche molti successi musicali (un esempio su tutti? Dio è morto di Guccini, poi ripresa anche dai Nomadi) o scene televisive o cinematografiche ritenute troppo spinte (particolarmente vessato fu, in questo senso, Ultimo tango a Parigi).
Questa volta, però, a finire sotto censura è stata una scena della serie, già cult, L’Amica Geniale, tratta dai libri di Elena Ferrante.

La scena incriminata, e tagliata, è quella in cui Donato Sarratore abusa di Lenù; il tema è ovviamente fortissimo, si parla di un atto di pedofilia, che i vertici del servizio pubblico nazionale hanno ritenuto opportuno non mostrare. Anche se si tratta di pochi secondi appena, però, le polemiche non sono mancate, e ci si è tornati a chiedere se, quando si parla di prodotti artistici, debbano sempre e comunque essere lasciati integri, anche per non correre il rischio di snaturarne il senso.
Prima di tutto, per capire, però, occorrerebbe sapere se la Rai ha delle regole precise in merito alla censura, e cosa dicano; per ora, l’azienda di viale Mazzini ha preferito eclissarsi e non rilasciare spiegazioni in merito, ma, osservando l’organigramma aziendale, si capisce che non esiste un organo decisionale o una procedura codificata atta a giudicare cosa rientri o no nella norma censoria; perciò, è compito della singola produzione intuire cosa potrebbe urtare il telespettatore medio, seguendo anche la linea della tv generalista.
Questa ampia discrezionalità, naturalmente, rappresenta comunque un’arma a doppio taglio, dato che consente alle produzioni di giudicare adatti contenuti che, invece, l’azienda vorrebbe tagliare; ed è infatti già successo, in passato, quando, ad esempio, qualcuno decise di censurare una scena di sesso omosessuale in Le regole del delitto perfetto, su Rai 2. Alla decisione hanno fatto seguito polemiche indignate e la creazione di un hashtag, #RaiOmofoba, fino a che la rete non decise di rimandare la puntata integrale, non senza prima aver porto le proprie scuse.
Talvolta, poi, sono arrivate pressioni da politici o associazioni specifiche affinché venissero attuati tagli, come nel caso della fiction Rocco Schiavone, per cui l’ex ministro Gasparri chiese la censura a causa di scene in cui si vedeva il vicequestore, interpretato da Marco Giallini, fumare della marijuana.
Chiaro che, se la censura non è comprensibile di fronte a scene di sesso omosessuale (tagliarle equivale a interpretarle come qualcosa di scandaloso o sbagliato, ma come vediamo spesso questo non capita alle scene di sesso eterosessuale), di fronte a un atto pedofilo la decisione è quantomeno più comprensibile: siamo comunque di fronte a una scena che, per contenuti e implicazioni, potrebbe influenzare in qualche modo soprattutto il pubblico dei più piccoli, che all’ora in cui L’Amica Geniale va in onda sono spesso ancora svegli; inoltre, c’è anche un altro particolare che spiega il motivo della censura e anche perché, a differenza dell’Italia, negli USA la scena non è stata tagliata.
Il canale americano HBO, che trasmette la serie, infatti, ha trasmesso la scena integrale, ma ha potuto permetterselo per una semplice ragione: è un’emittente via cavo privata, quindi fruibile da chi la compra (è la stessa, per intenderci, che ha sempre trasmesso Sex & the city, altra serie dai temi scottanti, per altro verso). Discorso che non vale per la Rai, che è un’azienda di servizio pubblico, pagata dai contribuenti con il canone, con vertici decisi dal Parlamento e dal governo e perciò intrinsecamente legata alla politica. Insomma, la Rai deve tenere conto di un numero maggiore di conseguenze rispetto alla privata HBO, quando sceglie di mandare o non mandare in onda un contenuto.
In qualunque modo la si pensi sulla censura, vale inoltre la pena sottolineare che, nel caso de L’Amica Geniale, si è trattato davvero di pochissimi secondi rispetto alla scena integrale, e che la decisione è stata presa forse per un eccesso di sensibilità piuttosto che per pudore esagerato. Insomma, il contenuto non è stato snaturato, e, alla fine dei conti, è quello che conta.

Rockettara, animalista, books addicted, vivo il "qui e ora" come il Wing Chun mi insegna, scrivo da quando ho memoria, amo Barcellona e la Union Jack.
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