L’Autorità garante della concorrenza e del mercato ha aperto un’istruttoria sull’influencer Asia Valente e sull’impresa statunitense Meta, che controlla i social Facebook e Instagram, con l’accusa di pubblicità occulta.

Secondo l’Antitrust, infatti, l’influencer pubblicherebbe sui suoi profili foto di spa, ristoranti e hotel con i quali potrebbe intrattenere degli accordi commerciali, senza però specificare che si tratti di sponsorizzazioni. Meta, invece, avrebbe evitato di adottare misure idonee a contrastare questa pratica.

Secondo l’Istituto di Autodisciplina Pubblicitaria, infatti, il fine promozionale dell’accordo tra l’influencer e il partner commerciale deve essere reso noto con una serie di diciture, come l’hashtag #adv o #sponsored, oppure, nel caso in cui i prodotti o i servizi vengano regalati, #supplied o #gifted, che, nel caso Valente, erano assenti.

Nell’istruttoria, quindi, si legge di “messaggi potenzialmente ingannevoli” che Valente manderebbe a chi la segue sui social, in quanto la donna “vanterebbe una notevole popolarità basata su un numero consistente di follower, circa 2 milioni, la maggior parte dei quali sembrerebbe non autentica”. Oltre ad influenzare in modo ingannevole i propri fan, pare infatti che parte dei follower dell’ex gieffina, classe 1996, siano falsi.

Meta, invece, “non fornirebbe adeguata informazione sull’esistenza e sulle modalità d’uso dello strumento per contrassegnare i contenuti brandizzati né controllerebbe l’effettivo e corretto utilizzo di tale strumento, soprattutto in relazione a contenuti promozionali pubblicati da utenti estremamente popolari, quali gli influencer. Infine, la società non svolgerebbe verifiche in merito all’autenticità delle interazioni sulla propria piattaforma in modo da evitare la raccolta artificiale di mi piace e di follower”, si legge nell’istruttoria.

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