Uno studio decennale ha riscontrato che gli apparecchi acustici potrebbero aiutare a ridurre il rischio di demenza.

Nel dettaglio, lo studio fornisce molte prove che suggeriscono che gli apparecchi acustici potrebbero mitigare il potenziale impatto della perdita dell’udito sullo sviluppo della demenza. E non è tutto. L’uso di un apparecchio acustico potrebbe ridurre il rischio allo stesso livello di quello delle persone che non hanno problemi di udito.

La demenza è una delle più grandi minacce per la salute. Si prevede che il numero di persone che convivono con questa condizione in tutto il mondo raggiungerà il picco di 153 milioni entro il 2050, e gli esperti hanno dichiarato che rappresenta una minaccia importante e in rapida crescita per i futuri sistemi sanitari e di assistenza sociale di qualunque Paese. Per questo questa ricerca è stata accolta con grande entusiasmo.

I risultati dello studio sono stati pubblicati sulla prestigiosa rivista The Lancet, dopo che la Commissione Lancet sulla prevenzione, l’intervento e la cura della demenza – pubblicata nel 2020 – aveva suggerito che la perdita dell’udito potesse essere collegata a circa l’8% dei casi di demenza in tutto il mondo. Questo probabilmente a causa della maggiore difficoltà delle persone con problematiche uditive a rapportarsi con gli altri.

I ricercatori hanno esaminato i dati di 437.704 persone. L’età media dei partecipanti era di 56 anni e il tempo medio di follow-up era di 12 anni. I ricercatori hanno scoperto che rispetto alle persone con udito normale, quelle con ipoacusia che non usano apparecchi acustici avevano un rischio maggiore del 42% di sviluppare demenza. Non c’era un aumento del rischio nelle persone che usavano apparecchi acustici.

“Le prove stanno dimostrando che la perdita dell’udito può essere il fattore di rischio modificabile più incisivo per la demenza nella mezza età, ma l’efficacia dell’uso di apparecchi acustici nel ridurre il rischio di demenza nel mondo reale è sempre rimasta poco chiara“, ha affermato il professor Dongshan Zhu, dell’Università di Shandong, Cina.

“Il nostro studio fornisce le migliori prove fino ad oggi disponibili che gli apparecchi acustici potrebbero essere un trattamento minimamente invasivo ed economico per mitigare il potenziale impatto della perdita dell’udito sulla demenza“.

Robert Howard, professore di psichiatria senile presso l’University College di Londra, che non è stato coinvolto nello studio, ha però mostrato diffidenza nei confronti dello studio. “Questo è uno studio ampio e ben condotto, ma dovremmo sempre ricordare che l’associazione non è la stessa cosa della causalità”, ha detto Howard.

“Sono scettico sul fatto che l’uso di apparecchi acustici possa essere preso in considerazione per prevenire la demenza. Mi sembra più plausibile che l’associazione rifletta che gli individui che temono di sviluppare la demenza cerchino di usare gli apparecchi acustici. Tuttavia, gli apparecchi acustici sono importanti per ridurre l’isolamento e aumentare la qualità della vita, quindi dovremmo incoraggiarne comunque l’uso”.

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