April Burrell, una donna che ha passato 20 anni della sua vita in stato catatonico, si è risvegliata all’improvviso e la sua storia è immediatamente diventata virale.

April aveva solo 21 anni nel 1995 quando ha subito un evento traumatico mentre studiava contabilità all’università del Maryland, negli Stati Uniti. Da allora ha iniziato a soffrire di continue allucinazioni visive e uditive. Non poteva più comunicare, fare il bagno o prendersi cura di se stessa.

Ad April è stata diagnosticata una grave forma di schizofrenia, una malattia mentale spesso devastante che colpisce circa l’1% della popolazione mondiale e può compromettere drasticamente il modo in cui i pazienti si comportano e percepiscono la realtà.

“È stata la prima persona che abbia mai visto come paziente”, ha detto Sander Markx, direttore della psichiatria di precisione alla Columbia University, che era ancora uno studente di medicina nel 2000 quando ha incontrato per la prima volta April. “Ad oggi, è il caso più grave che abbia mai visto.”

Le sue condizioni sono velocemente peggiorate e April ha trascorso i successivi 20 anni intrappolata in uno stato catatonico, incapace di riconoscere la sua famiglia e facendosi seguire in ogni cosa dal personale dell’ospedale psichiatrico di New York. Dopo 20 anni April si è svegliata dopo che Markx e i suoi colleghi hanno iniziato una serie di cure per il lupus, una condizione autoimmune sottostante e curabile che stava attaccando il suo cervello. Dopo mesi di trattamenti mirati, April è finalmente tornata in sé.

Nel 2020, April è stata ritenuta mentalmente capace di dimettersi dall’ospedale psichiatrico dove aveva vissuto per quasi due decenni e si è trasferita in un centro di riabilitazione. Qui ha potuto riabbracciare i suoi familiari, in seguito all’emergenza Covid. L’occasione è stata piena di lacrime e di gioia. “Ci conosceva tutti, ricordava cose diverse da quando era bambina”, ha raccontato suo fratello Guy.

La svolta nel campo della psichiatria

Il risveglio di April – e il successo del trattamento di altre persone con condizioni simili – stanno ora trasformando l’assistenza ad alcuni dei pazienti psichiatrici più gravi, molti dei quali languono negli istituti psichiatrici.

I ricercatori che lavorano con il sistema di salute mentale dello stato di New York hanno identificato circa 200 pazienti con malattie autoimmuni che potrebbero essere aiutati dalla scoperta. Scienziati di tutto il mondo stanno conducendo ricerche simili, scoprendo che i processi autoimmuni e infiammatori sottostanti possono essere più comuni nei pazienti con una varietà di sindromi psichiatriche di quanto si credesse in precedenza.

Sebbene l’attuale ricerca probabilmente aiuterà solo un piccolo sottogruppo di pazienti, l’impatto del lavoro sta già iniziando a rimodellare la pratica della psichiatria e il modo in cui molti casi di malattia mentale vengono diagnosticati e trattati.

“Queste sono le anime dimenticate”, ha detto Markx. “Non stiamo solo migliorando la vita di queste persone, ma le stiamo riportando indietro da un posto da cui non pensavo potessero tornare”.

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