"Ho fatto una corsa per buttarmi dal balcone di casa" Arianna David racconta il tentativo di suicidio

La ex Miss Italia, ospite di Monica Setta, ha raccontato di quello che ha definito "il momento più drammatico della mia esistenza". A salvarla il marito, David Liccioli.

Già nel passato Arianna David, eletta Miss Italia nel 1993, non aveva nascosto i problemi affrontati nel corso della vita, in particolare la lotta contro l’anoressia nervosa.

Oggi, ospite di Storie al bivio show, nella puntata che andrà in onda il primo luglio, la 52enne conduttrice ha aggiunto un altro particolare molto drammatico del suo passato, rivelando di aver pensato a togliersi la vita; un momento che lei ha definito “il più drammatico della mia esistenza, nel momento più buio della mia malattia”.

“Quando la sofferenza era intollerabile, una sera ho fatto una corsa per buttarmi dal balcone di casa mia. Mio marito mi ha ripreso al volo”, sono state le sue dolorose parole. Prima di incontrare David Liccioli, quell’uomo che l’ha salvata, sposato nel 2017, David ha però affrontato anche diverse relazioni tossiche, fra cui una iniziata in un momento molto particolare: “Il padre dei miei figli [Marco Bocciolini, ndr.] mi lasciò da un giorno all’altro piena di debiti. Feci un trasloco veloce e tornai a Roma, ma non avevo un soldo”.

Da lì l’incontro casuale con un uomo al bar che “Si disse disposto ad aiutarmi a trovare lavoro, ma fu l’inizio di un incubo. Quell’uomo divenne il mio carnefice. Mi spezzò una mazza da baseball sul ginocchio sfracellandomelo, mi trascinò per la strada come un sacco provocandomi ferite, lividi, lesioni. E una sera tentò di strangolarmi”.

“È arrivato a sequestrarmi in casa e una volta ha provato a provocarmi un incidente automobilistico manomettendo i tergicristalli della mia macchina durante una giornata di pioggia”, aveva raccontato in una precedente intervista la ex Miss Italia. A porre fine all’incubo il suo coraggio nel decidere di denunciare quell’uomo: “Ho dovuto trovare la forza per farlo, perché in fondo mi sentivo colpevole di quello che mi accadeva”.

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