"Una f*ga di mediano": l'inaccettabile articolo di Dagospia sulla calciatrice Centasso
Quello che Dagospia ha scritto della calciatrice Agata Isabella Centasso è vergognoso e inaccettabile.
Quello che Dagospia ha scritto della calciatrice Agata Isabella Centasso è vergognoso e inaccettabile.
Se già liberarci del sessismo imperante è impresa ardua, c’è da dire che talvolta anche i media fanno la loro parte per complicare le cose, con titoli e articoli ben oltre il semplice aggettivo “scandalosi”.
E l’articolo di Dagospia sulla giocatrice del Venezia, Agata Isabella Centasso, è un perfetto esempio di quel giornalismo tossico che ama sguazzare nei più beceri cliché machisti sessualizzando le donne.
Una f*ga di mediano
È il titolo che apre l’articolo, a cui segue un sommario, se possibile, ancor peggiore.
Tutti pazzi per la bombastica Agata Isabella Centasso, la giocatrice di serie C del Venezia che non perde occasione per inondare i social di foto con i suoi “palloni d’oro” in bella vista, accompagnate dalla solita frase motivazionale finta…
Per inciso, date le proteste scatenatesi, il titolo è stato rimosso, il sommario, invece, è ancora presente, e il tono dell’articolo in generale è rimasto lo stesso.
Roba che sarebbe inaccettabile sentire da chiunque, figuriamoci leggerla su una testata giornalistica, regolarmente registrata, che dovrebbe, se non proprio mirare alla qualità dei contenuti proposti, quantomeno evitare di porsi come se stesse facendo del goliardico cameratismo al bar (e anche in quel caso, comunque, l’atteggiamento non sarebbe giustificabile).
Non abbiamo ancora finito la battaglia per normalizzare il calcio come sport femminile, nonostante la nostra Nazionale abbia compiuto un’impresa ben più dura del vincere un trofeo, ovvero convincere gli scettici che le donne possono giocare a calcio, e farlo pure bene; ci stiamo lentamente scrollando di dosso la banale iconografia stereotipata della donna che non capisce il fuorigioco (spoiler: anche molti uomini non hanno idea di cosa sia, si tratta semplicemente di essere appassionati o meno di quello sport), e i vari Collovati che in diretta tv sostengono che le donne non possano parlare di tattica, per ritrovarci con Dagospia che pubblica un articolo, non certo per parlare di calcio, ma al solo scopo dichiarato di sessualizzare, in maniera sensazionalistica e sfacciata, una donna e al tempo stesso denigrare un intero sport considerandolo interessante solo nel momento in cui è giocato da atlete avvenenti.
Il VFC Venezia calcio, squadra in cui Centasso milita, ha tuonato contro il giornale diretto da Roberto D’Agostino, chiedendo in un tweet la modifica del titolo. È stato accontentato, come abbiamo detto in apertura, ma il fatto è che quel titolo non avrebbe dovuto essere neanche pensato, figuriamoci pubblicarlo e rimuoverlo solo dopo espressa – e giustamente indignata – richiesta.
Il VFC Venezia Calcio invita @_DAGOSPIA_ a modificare immediatamente il titolo dell'articolo in questione. È una scelta editoriale becera che denota una grave mancanza di rispetto nei confronti della nostra atleta e, naturalmente, della figura femminile. @AgataCentasso pic.twitter.com/19EgmNQ5yW
— VFC Venezia Calcio (@VeneziaFC_F) July 27, 2021
Mentre la diretta interessata, con molto aplomb ed estrema eleganza (lei), ha scritto sotto il tweet di Dagospia relativo all’articolo
Vi ringrazio ma perdonatemi una piccola riflessione. Il passaggio [.. con i suoi "palloni d'oro" in bella vista] è piuttosto infelice e di pessimo gusto.
— Agata Isabella Centasso (@AgataCentasso) July 27, 2021
Una stoccata data con educazione, insomma, per chiudere una vicenda davvero terribile.
Quello di Dagospia non è giornalismo, e questo dobbiamo dirlo forte e chiaro, ma uno squallido esempio di machismo, che denigra una professionista, nello specifico, e offende in generale tutte le donne, stanche di essere classificate, come al mercato del bestiame, in base al seno o al lato B.
Giornalista, rockettara, animalista, book addicted, vivo il "qui e ora" come il Wing Chun mi insegna, scrivo da quando ho memoria, amo Barcellona e la Union Jack.
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