Il bagno dopo pranzo si può fare? Sì, secondo Annamaria Staiano, Presidente della SIP (Società Italiana di Pediatria). L’importante, ha aggiunto, è immergersi gradualmente.

Ogni anno ci si pone la stessa domanda (e le risposte sono sempre diverse): quanto bisogna attendere per fare il bagno dopo mangiato? “Non esiste una regola scientifica che preveda questa attesa”, ha asserito Staiano. “Anche perché la digestione avviene in modo diverso a seconda degli alimenti”.

Aspettare qualche ora prima di fare il bagno al mare o in piscina è la scelta consigliabile per evitare difficoltà nella digestione? “Può avere un senso se il bambino ha consumato un pasto abbondantissimo costituito da fritture, alimenti molto grassi, salse e intingoli ovvero da piatti che richiedono una lunga e laboriosa digestione. Se invece il bambino ha mangiato, come dovrebbe essere, un piatto di pasta condita con olio e pomodoro e magari un po’ di pesce o una fettina di carne può senz’altro entrare in acqua anche subito dopo pranzo”.

L’importante, secondo Staiano, è immergersi in acqua in modo graduale. Occorrerebbe, infatti, evitare lo sbalzo termico improvviso che potrebbe avvenire tuffandosi o immergendosi con troppa velocità. Questo sbalzo termico può essere molto pericoloso e portare addirittura alla perdita di conoscenza. Proprio per questo motivo non ci si dovrebbe immergere in acqua quando si è molto sudati o accaldati. In questi casi è consigliabile aspettare l’abbassamento della temperatura corporea.

Le indicazioni di Staiano per i bambini più piccoli

Secondo Staiano sarebbe meglio introdurre i bambini piccoli in acqua dopo il compimento dei 6 mesi. “Se si parte dal presupposto che fare il bagno deve essere divertente, sarebbe meglio aspettare che il bambino abbia almeno sei mesi, che abbia cioè raggiunto un’età in cui può apprezzarlo”. Molto dipende dal singolo bambino e dal fatto che abbia o meno paura dell’acqua.

Se si vuole andare sul sicuro, meglio optare per una piscinetta, in modo che il bambino possa prendere gradualmente confidenza con l’acqua. Occorre però ricordare che “la piscinetta va riempita poco (l’acqua deve arrivare al massimo all’ombelico del bambino seduto) e il bambino, anche se l’acqua è bassissima, non deve mai essere perso di vista”.

Ma quanto a lungo i bambini possono giocare in mare o in piscina? “I segnali a cui prestare attenzione per capire quando è il momento di uscire dall’acqua, sono tre”, ha asserito Staiano. “I brividi di freddo, il raggrinzimento della pelle delle dita e la colorazione bluastra delle labbra. Per dire basta, deve essere sufficiente, comunque, che il bambino tremi”. Nel caso il bambino bevesse inavvertitamente un po’ di acqua di mare, meglio dargli subito da bere dell’acqua minerale, in modo che possa ‘diluire’ la quantità di sale assunta.

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