Baldanti, Unità Virologia Pavia: “Con la plasmaterapia mortalità ridotta al 6%”
La plasmaterapia dà risultati concreti sui pazienti ricoverati per COVID-19: la conferma è arrivata dai dati raccolti dall'Ospedale di Pavia.
La plasmaterapia dà risultati concreti sui pazienti ricoverati per COVID-19: la conferma è arrivata dai dati raccolti dall'Ospedale di Pavia.
Uno dei temi più discussi degli ultimi giorni è senza dubbio quello della plasmaterapia. In estrema sintesi, molti pazienti ricoverati per il COVID-19 in gravi condizioni hanno ricevuto il plasma di persone guarite dal virus nelle scorse settimane e la gran parte di essi hanno visto migliorare significativamente le loro condizioni di salute.
È una pratica utilizzata già diversi mesi fa in Cina, il primo Paese a essere colpito dal nuovo coronavirus. I risultati sono positivi: ora sono arrivate le conferme basate su dati concreti e inoppugnabili.
Nella giornata di ieri c’è stata infatti una conferenza stampa a cui hanno partecipato – tra gli altri – il presidente di Regione Lombardia Attilio Fontana e il direttore dell’Unità di Virologia del Policlinico di Pavia Fausto Baldanti.
Baldanti ha spiegato che i dati raccolti nel nosocomio pavese indicano chiaramente come grazie all’infusione di plasma contenente anticorpi iperimmuni “la mortalità si è ridotta al 6%, ovvero un paziente ogni 16”.
Si tratta di un risultato incoraggiante, in quanto, come dichiarato dallo stesso Baldanti, “nella prima fase dell’emergenza il tasso di mortalità delle persone ricoverate in terapia intensiva era tra il 13 e il 20 cento”.
Anche “Le Iene” avevano dedicato un servizio alla plasmaterapia, portando il grande pubblico a conoscenza di quello che stava succedendo in molti ospedali del Nord Italia.
Un altro dato positivo riguarda il miglioramento dei pazienti a livello polmonare. Baldanti ha spiegato: “I parametri respiratori, quelli che indicano la quantità di ossigeno nel sangue, sono migliorati in maniera evidente dopo la prima settimana”.
Insomma, la plasmaterapia dà risultati concretamente positivi e rappresenta una speranza per i prossimi mesi.
Si tratta però di una cura dedicata, per l’appunto, ai pazienti gravi, dato che non è immune da rischi. È bene ricordare che non può quindi, per ovvi motivi, sostituire il vaccino, che invece previene l’infezione.
Inoltre nella giornata di ieri, per la prima volta da diverse settimane, il numero di pazienti ricoverati in terapia intensiva è sceso sotto i 1000: 999 per l’esattezza. Nella giornata più nera per il nostro Paese erano arrivati a 4.068.
Da quando sono diventata mamma sono convinta che le donne abbiano i super poteri.
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