Bianca Maria Scapardone, da sposa bambina a scandalosa mandata alla ghigliottina
La storia di Bianca Maria Scapardone la sposa bambina che venne ghigliottinata nel 1526 dopo una vita trascorsa a combattere per la propria indipendenza
La storia di Bianca Maria Scapardone la sposa bambina che venne ghigliottinata nel 1526 dopo una vita trascorsa a combattere per la propria indipendenza
La storia di Bianca Maria Scapardone, anche conosciuta come la contessa di Challant, va ricordata perché ancora oggi è più che mai rappresentativa della lotta per i diritti delle donne. Si può dire che, nel corso della sua breve esistenza (morì a 26 anni), Bianca Maria abbia sfidato gli stereotipi di genere del suo tempo e mostrato un’insolita indipendenza per la società italiana del primo Cinquecento. Fu probabilmente questa sua profonda indipendenza che la condusse a un destino crudele: la ghigliottina.
La storia di Bianca Maria Scapardone è un racconto di oppressione e resistenza. Nata nel 1500 circa, in una famiglia povera e in un’epoca in cui le opportunità per le donne erano spesso limitate e i loro destini erano decisi da altri, la sua vita prese una svolta drammatica quando fu costretta a sposarsi in giovane età con l’aristocratico Ermes Visconti di Somma. Un matrimonio che le rubò l’infanzia e la serenità.
Dopo aver superato le difficoltà del primo matrimonio, terminato a causa della morte del marito, Bianca Maria si trovò intrappolata in un secondo matrimonio da incubo con il conte Renato di Challant. Un’unione che pare sia stata segnata da abusi e violenze.
Nonostante le prove devastanti dei suoi matrimoni, Bianca Maria Scapardone dimostrò una straordinaria resilienza. Ebbe la forza di lasciare il secondo marito e di cercare un futuro migliore per sé stessa, prima a Casale Monferrato e poi a Milano.
Al tempo venne additata con “libertina“, a causa delle relazioni avute al di fuori del matrimonio: evidenti dimostrazioni, però, della sua volontà di ritrovare la gioia di vivere e la libertà dopo due matrimoni così infelici. Nel 1526 fu accusata di essere stata la mandante dell’omicidio del suo amante Ardizzino Valperga. Fu quindi decapitata sul rivellino del castello sforzesco.
Si narra che, dopo la sua morte, il fantasma di Bianca Maria abbia continuato a vagare per i luoghi che erano stati testimoni della sua vita e delle sue imprese.
Secondo la leggenda, il fantasma di Bianca Maria appare come una figura eterea e pallida, vestita con abiti dell’epoca in cui visse. Una tentatrice nelle vesti di fantasma, dice il folklore locale: un evidente riferimento ai pregiudizi di cui era stata vittima in vita e che l’hanno accompagnata anche nella morte.
Si dice che il suo spirito cammini tra gli antichi palazzi e i luoghi che amava visitare quando era in vita. Alcuni affermano di aver visto il suo spettro nella notte, illuminato da una luce fioca e accompagnato da un’atmosfera di tristezza.
La presenza del fantasma di Bianca Maria è spesso associata a eventi inaspettati o strani fenomeni. Si dice che le luci si accendano e si spengano da sole, che si sentano voci sussurrate nell’aria e che oggetti si muovano senza apparente spiegazione. Alcuni credono che il suo spirito sia ancora inquieto a causa delle ingiustizie che ha subito durante la sua vita, mentre altri ritengono che sia semplicemente una presenza benevola che continua a vegliare sui luoghi che amava.
Giornalista sulle nuvole, i miei grandi amori sono i libri, il cinema d'autore e gli animali. Sepulveda e Tarantino: le mie ossessioni.
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