Bonus rifiuti 2025, a chi spetta e come richiedere il 25% di sconto sulla Tari

La misura è stata appena pubblicata sulla Gazzetta, ed entrerà in vigore il prossimo 28 marzo, garantendo sconti sull'imposta sui rifiuti ad alcuni nuclei familiari.

Dopo l’ampliamento del Bonus bollette anche a chi ha un ISEE sotto i 25 mila euro, il governo Meloni si appresta a varare una nuova serie di misure per agevolare i cittadini, con l’attivazione, dopo oltre cinque anni, del Bonus sociale rifiuti, grazie a un Dpcm che “individua i principi e i criteri per la definizione delle modalità applicative” appena approdato in Gazzetta Ufficiale.

Come detto, la manovra era stata in realtà introdotta nel 2019 con un decreto fiscale, ma mai applicata, e consiste in una riduzione del 25% della Tari o della tariffa corrispettiva per il servizio di gestione integrato dei rifiuti urbani per le famiglie che si trovano il condizioni di disagio economico.

Il Bonus rifiuti verrà quindi riconosciuto ai nuclei familiari che hanno un ISEE fino a 9530 euro, elevato aq 20 mila euro se si hanno almeno quattro figli a carico. 

Sarà proprio il Dpcm, risalente al 21 gennaio scorso ma in vigore dal prossimo 28 marzo, a stabilire le disposizioni in base a cui l’Arera – Autorità di regolazione per energia, reti e ambiente – potrà stabilire le modalità applicate.

Come detto, la misura potrebbe portare a sconti fino al 255 sulla Tari, l’imposta con cui i contribuenti finanziano i costi del servizio di raccolta e di smaltimento dei rifiuti; il tributo viene pagato da chi occupa fisicamente gli immobili oppure, nel caso in cui essi siano vuoti, da chi sugli immobli ha la proprietà. Quello che si paga con la Tari non è la produzione effettiva di rifiuti, ma la possibilità di produrli risiedendo nell’immobile soggetto alla tassa.

Il presupposto per pagare la Tari è quindi il possesso o la detenzione di locali o di aree scoperte operative, che possano produrre rifiuti, e a pagare è l’utilizzatore dell’immobile, non il proprietario: nel caso di case in affitto, quindi, spetta all’affittuario, e non all’effettivo proprietario dell’abitazione, pagarla.

Per calcolare la Tari si deve tenere conto di una quota fissa e una variabile: l’importo è determinato in base alle caratteristiche dell’immobile e a quelle del nucleo familiare.

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