Brasile, Anielle Franco, Cida Gonçalves e le altre ministre del governo Lula
A difendere il governo legittimo dai sostenitori dell'ex presidente Bolsonaro ci sono moltissime donne. In un Paese che, tuttavia, non è ancora per loro.
A difendere il governo legittimo dai sostenitori dell'ex presidente Bolsonaro ci sono moltissime donne. In un Paese che, tuttavia, non è ancora per loro.
Domenica 8 gennaio 2023 i sostenitori dell’ex presidente brasiliano Jair Bolsonaro hanno assaltato la sede del parlamento, della Corte suprema e dell’ufficio presidenziale a Brasilia, la capitale del Brasile, in protesta contro il risultato delle ultime elezioni, vinte da Luiz Inácio Lula da Silva. Migliaia di manifestanti hanno minato la democrazia del suo Governo, legittimamente votato, ma a difenderlo, ci sono ora diverse donne (anche se il Brasile continua a non essere un Paese per loro).
Sono ben 11 (un numero mai visto) le donne a capo di ministeri chiave all’interno del Governo di Lula. Tra queste c’è Anielle Franco, ministra all’Uguaglianza razziale. Sua sorella, Marielle Franco, era consigliera comunale di Rio de Janerio e attivista per i diritti umani, ma è stata assassinata nel 2018 da sicari della destra e ambienti corrotti della politica.
Cida Gonçalves è invece ministra del dicastero “delle donne”, creato ex novo per “tutte le donne che compongono la nostra società: nere, bianche, indigene, Lgbt+, delle città, della campagna”, come ha precisato l’attivista femminista, dirigente da tempo del Partito dei Lavoratori, alla cerimonia di insediamento. Una delle battaglie essenziali di Gonçalves è quella per il diritto all’aborto, fortemente contrastato, invece, dalla precedente ex ministra bolsonarista, Damares Alves.
Tre donne compongono poi la Difesa dell’Amazzonia. Da Sonia Guajajara, ministra dei popoli indigeni; a Marina Silva, ministra all’ambiente, fino a Joênia Wapixana, presidente della Fondazione nazionale dell’Indio.
Esther Dweck è invece alla Gestione ed Innovazione nei servizi pubblici, Nísia Trindade alla salute, Simone Tebet, alla Pianificazione economica, e l’attrice e cantante Margareth Menezes alla Cultura.
E ancora: Ana Moser allo Sport, Daniela do Waguinho al Turismo, Luciana Santos per il ministero della Scienza, della Tecnologia e delle Innovazioni.
Il Brasile, come gli altri, rimane tuttavia un Paese dove le donne guadagnano stipendi molto più bassi rispetto ai colleghi uomini e l’uguaglianza di genere è ancora molto lontana da raggiungere.
Perennemente con la musica in sottofondo e un libro di Flaubert in borsa, amo le grandi città e i temporali. Da bambina volevo diventare una scrittrice di gialli. Collaboro con Roba Da Donne, DireDonna e GravidanzaOnLine.
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