Dal 22 agosto 2023 in Brasile il linguaggio d’odio contro le persone LGBTQ+ è un crimine. Lo ha deciso una storica sentenza del Tribunale Supremo Federale, la corte suprema dello stato sudamericano.

Edson Fachin, questo il nome del giudice, ha emesso il verdetto a conclusione di una controversia portata avanti dal gruppo di attivisti ABGLT, il quale sosteneva che la legislazione esistente non fosse adeguata a proteggere gli individui dagli attacchi omofobi. Già dal 2019, infatti, la corte suprema aveva stabilito che le discriminazioni basate sull’orientamento sessuale e l’identità di genere costituissero reato, ma la definizione riguardava soltanto la comunità presa nel suo insieme, e non le aggressioni mirate rivolte ai singoli.

Solo oggi, a seguito di questa sentenza, saranno ricompresi all’interno di questa legge anche gli attacchi individuali, equiparando di fatto l’omofobia al razzismo, e prevedendo per tali reati la detenzione dai due ai cinque anni. Fachin ha quindi allargato le maglie della legge già esistente, creando un precedente importantissimo per la difesa dei singoli individui. Il giudice ha poi affermato che la sua sentenza fosse un ‘imperativo costituzionale’.

Vittoria quindi per il Brasile del presidente Lula, da sempre molto attento alle esigenze della comunità. Nell’aprile di quest’anno, a pochi mesi dall’inizio del suo terzo mandato, Lula aveva pubblicato un decreto che istituiva il Consiglio nazionale per i diritti LGBTQ+, facente capo al Ministero dei diritti umani e della cittadinanza.

Entusiasti anche gli attivisti della comunità. La deputata federale transgender Erika Hilton ha celebrato la vittoria con un post su X: “Vittoria contro la LGBTfobia”, ha commentato.

Il Brasile è uno dei paesi più all’avanguardia nella tutela della comunità a livello legale: dal 2010, le coppie omosessuali possono adottare, mentre il matrimonio è permesso dal 2013.

Nonostante la tutela legislativa però, una parte della società si mostra ancora intollerante: solo lo scorso anno si sono contati 228 omicidi di persone LGBTQ+ nel Paese, per un totale 1741 individui uccisi dal 2008 al 2022. Stando ai dati riportati dalla ONG Transgender Europe, il paese si qualifica come uno dei più pericolosi a livello globale per i membri della comunità.

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